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Numero 12(57)
Rimandata l’emissione di eurobuoni

    L’emissione di eurobuoni della FR, fissata per il secondo semestre di quest’anno sarà, evidentemente, rimandata.
    Ciò è diventato chiaro per la prima volta il 13 giugno, quando, alla riunione del governo, è iniziato l’esame della Finanziaria 2003. Dopo la presentazione dei parametri principali del budget previsto per l’anno prossimo, è cominciata un’accesa discussione. Andrei Illarionov, consigliere economico del Presidente, ha accusato il governo di condurre una gestione poco professionale delle riserve finanziarie accumulate negli anni precedenti, che ammontano a circa 3,3 miliardi di dollari. In conformità ai calcoli di Illarionov, per la permanenza passiva di questi mezzi sui conti, in una situazione d’inflazione alta, il budget perde fino a 800 milioni di dollari l’anno. In altre parole, il consigliere del Presidente ha espresso la sua insoddisfazione verso i programmi del governo, in conformità ai quali l’emissione di euroobbligazioni per l’ammontare di 2 miliardi di dollari nel 2002 doveva integrare le riserve finanziarie del budget, portandole a 5 miliardi di dollari.
    Oltre alle contraddizioni interne tra l’amministrazione del Presidente e il governo, anche la situazione sui mercati finanziari internazionali non contribuisce all’emissione di euroobbligazioni. Dopo l’intensificazione dell’instabilità politica in Brasile, il calo dei prezzi delle obbligazioni brasiliane ha suscitato massicce vendite in tutti i mercati emergenti. Di conseguenza, mentre prima della crisi in Brasile le redditività delle obbligazioni russe costituivano circa il 9% dell’interesse annuo, ora saranno sicuramente non inferiori all’11%. Ciò rende l’emissione di euroobbligazioni assai meno attraente di quel che sembrava solo alcuni mesi fa.
    Il governo russo, poi, ha coadiuvato da solo la riduzione dell’attrattiva dei suoi titoli. Alla seconda metà di giugno, una fonte nel governo ha detto che a parte l’emissione di obbligazioni, che deve coprire la ristrutturazione del debito delle strutture sovietiche del commercio estero (per l’ammontare di 2 miliardi di dollari), saranno pure emesse altre obbligazioni con il costo complessivo di 700milioni di dollari, per coprire i debiti bilaterali dell’URSS. Il mercato ha già reagito negativamente a questa dichiarazione, visto che l’aumento della proposta dei titoli comporta la diminuzione dei prezzi. Ma il problema più grosso è questo: mentre la ristrutturazione dell’indebitamento commerciale doveva essere terminata a giugno-luglio, la ristrutturazione dell’indebitamento bilaterale può prolungare il processo di emissione fino a settembre-ottobre.
    C’è da notare che nel 2003 la Russia sarà comunque costretta a ricorrere a prestiti sul mercato delle euroobbligazioni, a meno che la situazione sui mercati internazionali non diventi ancora più negativa. In ogni caso, nella Finanziaria 2003, che sarà definitivamente pronta per il 15 agosto, è già stata introdotta la proposta sulla necessità di stanziare le euroobbligazioni per l’ammontare di 1 miliardo di dollari.

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