Numero 19(64)
L’Italia guarda a est
(FCF) L’Italia guarda a est, in maniera del tutto logica, naturale, strutturale. A ovest dopo Francia e Spagna c’è l’Atlantico.
A est il mondo sembra non finire mai in un susseguirsi di nuovi scenari economici. Lo ha detto anche Adolfo Urso, Ministro Junior alle Attività Produttive con delega al Commercio Estero “puntiamo a Oriente, alla Russia, alla Cina. Su questi mercati si concentra il piano di promozione dell’Ice, con fondi specifici per aree geografiche che vanno ad aggiungersi a quelli Simest”. Simest che, con Mediobanca e Vneshtorgbank ha siglato un’intesa per finanziare progetti industriali nella federazione Russa fino ad un massimo di 1,5 miliardi di euro, “un accordo” ha detto ancora Urso “che segna l’inizio del sistema creditizio italiano verso il mercato russo e il crescere delll’interesse delle nostre imprese verso quella che è diventata la vuona frontiera dell’economia italiana”. Tanto che nel luglio scorso la Regione Piemonte, e in novembre la Liguria, hanno sottoscritto importanti accordi con Sverdlovsk, la terza regione industriale della Russia, al punto che il Governatore di quest’ultima Eduard Rossel, accogliendo a Ekaterinenburg proprio il Presidente della Liguria Sandro Biasotti a capo di una delegazione di una sessantina di imprenditori ha detto di aspettarsi “nel 2003-2004 l’afflusso di 2 miliardi di dollari, augurandomi che tra questi ve ne sia una rilevante quota italiana” mentre imprese locali, già sotto controllo italiano, come l’acciaieria Vizstal della Duferco, che pure ha in programma investimenti per 100 milioni di dollari, per migliorare la propria efficienza sta valutando partnership locali con piccole imprese altamente specializzate. Ma le prospettive riguardano anche i comparti della lavorazione del legno, quello chimico, quello alimentare e quello del trattamento dei rifiuti. E dopo Sverdlovsk potrebbe essere la volta di Novgorod, Vologda, Krasnodar, Belgorod e Lipetsk su cui si stanno accentrando le attenzioni del sistema produttivo italiano maggiormente interessato al mercato russo.
Ma non sono problemi e prospettive che riguardano solo le industrie vere e proprie, anche il comparto turistico italiano, in cerca di vie d’uscita dalla crisi iniziata drammaticamente con il famigerato 11 settembre delle Twin Towers, guarda a est: lo conferma Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi che punta per il rilancio “su due nuovi mercati che l’Italia deve aggredire: quello russo e quello cinese. Il primo è rimasto sin qui distante a causa delle difficoltà e dei tempi eccessivi necessari per ottenere in visto turistico. In Finanziaria, anche grazie alla nostra pressione, il problema è stato recepito e sono stati inseriti i fondi necessari ad aumentare gli organici nei Consolati in modo di abbreviare le attese”.
|
|