Numero 1(46)
Due concetti dello stesso anno
Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha rivolto ai cittadini russi i tradizionali auguri di Buon Anno.
I primi ad ascoltarlo sono stati gli abitanti dell’Estremo Oriente, dove il 2002 è arrivato con alcune ore di anticipo rispetto
a Mosca. Il Presidente ha rilevato nel suo discorso che l’uscente 2001 è stato, in generale, un anno discreto per la Russia,
soprattutto nel settore della politica economica e sociale. “Abbiamo fatto insieme molte cose, abbiamo lavorato insieme per
rendere più prevedibile la nostra vita. Abbiamo conseguito risultati, pur piccoli, ma visibili”, ha detto il Presidente. Grazie
a questo, “l’anno 2001 è stato assai diverso dai precedenti”.
E’ da notare che, mentre nel suo intervento dell’anno scorso Vladimir Putin aveva ribadito che il 2000 era stato un anno di
“eventi tragici”, ora, riferendosi a disgrazie e incidenti del 2001, li ha definiti solo “drammatici”.
Vladimir Putin si è soffermato sul nuovo ruolo che nel 2001 la Russia ha avuto sulla scena internazionale. “Il mondo ha avuto
un atteggiamento di maggiore fiducia e rispetto verso la Russia, si è messo a capirci meglio”, ha detto.
Ciononostante, ha aggiunto il Presidente, tuttora molti problemi rimangono irrisolti. “Non tutto ciò che abbiamo programmato è
già stato fatto. Per ora le cose irrisolte superano di numero le realizzazioni”, ha detto. Putin è stato laconico nel trattare
il malessere sociale ed economico dei russi: “Nell’anno uscente, purtroppo, non tutti i cittadini del nostro Paese hanno
intrapreso a star meglio”. Nel discorso di un anno fa il Presidente era stato più concreto: “Noi tutti sappiamo: in questa notte
di festa non tutti potranno apparecchiare una tavola ricca, non in tutte le case si è felici e contenti”.
Salutando i telespettatori, il Presidente ha augurato a tutti i cittadini della Russia l’amore e la fede, in loro stessi e nella
“nostra Patria”.
Quasi contemporaneamente, del resto, è risuonata un’altra stima dell’anno che se ne andava. Partiva da Oleg Mironov, l’incaricato
per i diritti umani, che ha parlato più concretamente del Presidente dei lati negativi della società russa, integrando il quadro
dell’anno uscente. A sua detta, non vedeva nel 2001 cambiamenti positivi nell’ambito della salvaguardia dei diritti umani. Nella
sua intervista all’agenzia di stampa “Interfax”, Mironov ha rilevato con sdegno i numerosi casi in cui, in alcune regioni della
Russia, è stato staccato il riscaldamento e l’energia elettrica in inverno, definendo ciò “una brutta violazione dei principali
diritti umani”. Ha criticato aspramente l’imminente brusco aumento di tariffe per i servomezzi e del prezzo dei biglietti
ferroviari. Tra i tradizionali problemi della Russia nel campo dei diritti umani, Mironov ha annoverato anche “l’arbitrio
poliziesco”. A suo dire, in Russia un individuo è “indifeso, se per qualche motivo contro di lui si schierano la polizia, la
procura e la magistratura”. Mironov ha ribadito che “gli uomini sono stanchi e non si fidano più del potere”, dato che spesso
non riescono a realizzare i loro diritti politici.
Semion Ciarnij
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