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Numero 1(46)
Non ci sono intoccabili

    Il 4 gennaio, Vladimir Putin ha esonerato Nikolai Aksionenko dalla carica di Ministro delle ferrovie.
    Questo fatto può essere interpretato come un’altra vittoria di un influente gruppo di generali dell’esercito, della polizia e dei servizi segreti, provenienti da Pietroburgo, che già da tempo “lavoravano” per le dimissioni di Aksionenko.
    A tale soluzione resisteva attivamente il primo ministro Kassianov che fino all’ultimo momento ha difeso il suo dipendente. Già a dicembre dell’anno scorso Kassianov, nonostante la causa penale istruita a carico del ministro, gli aveva fatto i complimenti come ad un dirigente di alto rango e lo aveva addirittura fatto partecipare alla riunione di governo dedicata alla riforma del Ministero delle ferrovie. Gli organi tutori della legge sono stati criticati apertamente anche dal capo della RAO EES, Anatoli Ciubais: ha detto che non andava bene trattare così male un ministro federale.
    Ma giovedì 3 dicembre, le vicende relative ad Aksionenko hanno avuto uno sviluppo precipitoso, e infine il premier ha dovuto riconoscere la propria sconfitta. L’ultimo filo di paglia a rompere la spina dorsale al cammello è stato l’incontro di Kassianov con il procuratore generale Ustinov. Nel corso di questa piccola riunione il procuratore ha esposto al primo ministro i risultati dei controlli dell’attività economica del Ministero delle ferrovie, svolti negli ultimi mesi dalla procura. I risultati sono veramente poco consolanti. In conformità ad un breve comunicato ufficiale, “sono state verificate gravi irregolarità economiche, legate soprattutto ai mancati pagamenti dei debiti”. Più concretamente, si trattava di certe combinazioni del Ministero relative al pagamento del suo debito allo Stato. Se quelle vicende dovessero essere approfondite ulteriormente, ne potrebbe facilmente venire a galla il nome del premier attuale che in quel periodo lavorava prima come vice e dopo come ministro della finanza, al quale in certi circoli stretti era stato conferito il soprannome “mister 2%”. Naturalmente, per salvare sé stesso, Kassianov ha preferito sacrificare il ministro.
    Subito dopo il suo rendez-vous con Ustinov ha avuto luogo un incontro di lavoro fra Vladimir Putin e Mikhail Kassianov. Durante quell’incontro Kassianov stesso ha proposto di licenziare Aksionenko.
    Forse per maggiorare l’umiliazione, Aksionenko è stato costretto ad assumersi la responsabilità morale per ciò che era successo nel settore e a presentare le dimissioni “volendo creare migliori condizioni per il funzionamento dei trasporti ferroviari”. Comunque sia, Vladimir Putin, senza pensarci due volte, ha firmato il decreto sull’esonero di Nikolai Aksionenko dalla carica del ministro delle ferrovie.
    Il futuro dell’ex ministro non è chiaro. La magistratura difficilmente sarà soddisfatta della sola responsabilità morale di Aksionenko, e quindi il procedimento a suo carico sarà portato avanti.
    La vittoria dei generali e dei magistrati, del resto, è risultata per nulla piena: non sono riusciti a mettere sotto il proprio controllo i flussi finanziari del ministero. Fedele alla sua abitudine di mantenere un bilanciamento delle forze nel proprio entourage, Putin ha passato il posto di Aksionenko a Ghennadij Fadeev, suo genero e predecessore negli anni 1992-1996, capo delle Ferrovie di Mosca. E’ possibile, comunque, che Fadeev sia una figura provvisoria, e che la sua attività duri fino a quando Putin non trovi un uomo leale al 100%.
    D’altra parte, il ruolo del Ministero delle ferrovie nell’economia del Paese, nonché i flussi finanziari che passano attraverso questo dicastero, nei prossimi tempi si ridurranno notevolmente. Il Ministero delle ferrovie entra in ristrutturazione (il cui concetto è stato promosso da Aksionenko). Chi sarà a dirigere il Ministero, alla fine del 2002 non sarà una questione di principio. La carica chiave sarà quella del capo della RAO (S.p.A. nazionale) “Rossijskie zheleznye doroghi” (“Ferrovie russe”) che verrà istituita in base all’attuale ministero delle ferrovie. E in questa nomina non verrà più presa in considerazione l’opinione di Kassianov. Vladimir Putin vi designerà senza dubbio un uomo del tutto leale: per scegliere una candidatura giusta, il Presidente ha parecchio tempo.
Semion Cirnij

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