Numero 1(46)
Jabloko a congresso
I mutamenti del paesaggio politico che si svolgono in Russia, non potevano non toccare anche l’associazione politica “Jabloko”.
Alla fine di dicembre ha avuto luogo il suo decimo congresso. E’ stata presa la decisione di trasformare l’organizzazione
politica sociale “Associazione “Jabloko” nel partito politico democratico “Jabloko”, visto che altrimenti, in conformità alla
nuova legge sui partiti, l’associazione non potrebbe partecipare ad elezioni parlamentari e presidenziali.
I delegati del X congresso hanno eletto il dirigente della nuova struttura: è lo stesso Grigorij Javlinskij. Hanno votato “sì”
alla sua candidatura 472 persone, 33 sono state contrarie. Astenuti non ce ne sono stati. Non sono state presentate candidature
alternative. Oltre a cambiare il nome del movimento, Javlinskij ha esposto il programma della riforma del partito. D’ora in poi,
il dirigente del partito sarà eletto da tutto il congresso. Un’altra modifica si riferisce all’iscrizione di nuovi membri. Non
dovranno più lavorare obbligatoriamente nelle strutture del partito, né superare un periodo di prova o avere per un certo tempo
uno status di candidato. Basterà scrivere e poi presentare nella cellula locale del partito una domanda d’iscrizione per
diventare un membro dello “Jabloko”. Probabilmente in questo modo Javlinskij spera di far entrare nel partito dei giovani di
talento che lo potrebbero appoggiare e forse anche cambiare. Oggi l’aumento della popolarità è diventato per il partito il
problema n.1. E’ ben noto che alle elezioni politiche del 1999 il movimento ha superato appena la barriera del 5%, e sebbene
l’attuale indice di gradimento del partito rimanga abbastanza alto (circa il 7%), nella società cresce il numero di coloro che
hanno un atteggiamento nettamente negativo nei suoi confronti. Lo “Jabloko” inizia a far arrabbiare l’elettorato, e ciò può
essere pericoloso. Un altro fattore che preannuncia l’eventuale cambio del leader, è quello della depressione di Javlinskij.
A causa di motivi psicologici personali, è sempre più difficile per lui fare il politico pubblico. E ciò ha un effetto negativo
sul partito: nell’autunno scorso, per il comportamento del suo leader, esso praticamente si è trovato ai margini del campo
massmediale e politico.
Tuttavia, Javlinskij non si è deciso a rinunciare assolutamente al principio consensuale per coloro che vorranno iscriversi al
partito. Le domande dei candidati verranno esaminate presso reparti locali entro un mese, e il partito si riserva il diritto di
respingere, dopo questo tempo, una domanda senza spiegare i motivi della sua decisione.
Parlando ai delegati, Javlinskij ha affermato che “Jabloko” “ha intenzione di diventare un partito di democrazia costituzionale,
che si propone di creare in Russia una società aperta”. Ha rilevato in modo particolare che “Jabloko” è un partito delle idee e
delle convinzioni, ma per niente un partito del potere. “Non è il nostro scopo”, ha precisato Javlinskij. L’obiettivo principale
del nuovo partito è, invece, secondo lui, quello di “garantire alla maggior parte dei cittadini una vita stabile, confortevole,
normale”.
I delegati del congresso hanno approvato il manifesto democratico dello “Jabloko”, nonché il suo programma di 200 pagine. Non è
risuonata nessuna voce critica. Tutti gli oppositori avevano dovuto lasciare il partito sotto pressioni del suo dirigente. Non
sono state mosse critiche più o meno dure nei confronti del Presidente Putin.
Contemporaneamente a Mosca si è svolto il congresso istitutivo del movimento politico “Liberalnaia Rossija” (“Russia liberale”),
creato prevalentemente da ex membri dell’Unione delle forze di destra (SPS) che non accettano l’atteggiamento troppo leale a Putin
da parte del SPS e dello “Jabloko”. Sono diventati copresidenti del nuovo movimento i deputati della Duma di Stato Serghei
Juscenkov e Viktor Pokhmelkin, l’ex oligarca Boris Berezovskij (secondo alcume informazioni, sponsor n.1 del movimento), nonché
Boris Zolotukhin e Galina Sartan. Il fondamento politico del nuovo movimento che spera di diventare partito nel 2002, è una dura
opposizione al corso presidenziale.
A furia di motivi noti, Berezovskij non è stato presente di persona al congresso, ma, secondo quanto hanno affermato gli
organizzatori del forum, ne avrebbe osservato i lavori via internet. La mancanza dell’imprenditore non ha avuto alcun effetto
sulle decisioni del congresso. Dopo la riunione, Berezovskij ha perso il suo status di “senza partito”: è stato eletto come uno
dei cinque copresidenti della “Russia liberale”. Ci sono buoni motivi per ritenere che al prossimo congresso che avrà luogo a
marzo, a leader del movimento sarà eletto lui.
Semion Cirnij
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