Numero 3(67)
Fondo di stabilizzazione previsto per il 2004
Il Ministero della finanza della Federazione Russa ha presentato al Governo la proposta di creare, a partire dal 2004, un Fondo di stabilizzazione. Di fatto, questo fondo sarà’ simile all’attuale Fondo delle riserve, accumulato sui conti della Tesoreria, il quale ammonta a 9 miliardi di dollari, ma il versamento di denaro in questo fondo sarà regolamentato in modo più duro. In particolare, dal 2004 il bilancio federale di base sarà calcolato’ partendo dall’ipotesi che il prezzo medio annuo del petrolio Urals sia di $18.5 al barile. Tutti i ricavi supplementari di bilancio, provenienti dal dazio sull’esportazione del petrolio e dall’imposta per l’utilizzo del sottosuolo, ottenuti grazie al fatto che i prezzi del petrolio supereranno il livello ipotizzato, affluiranno nel nuovo fondo di stabilizzazione. In questo fondo confluiranno pure tutti i residui che rimarranno nel fondo corrente di riserva verso fine 2003, dopo il pagamento annuale dei debiti. Il Ministero delle Finanze propone alcune possibili forme di utilizzo delle riserve del fondo di stabilizzazione. Anzitutto, il denaro del fondo deve garantire la copertura delle perdite di bilancio, qualora i prezzi del petrolio dovessero scendere al di sotto dei $12 al barile. Secondo valutazioni, il calo dei prezzi medi annui del petrolio al di sotto di $12 al barile può originare un deficit supplementare di bilancio, che potrebbe ammontante al massimo al 2,9% del PIL. In questo modo, il volume di base del fondo di stabilizzazione deve ammontare all’8,7% del PIL della Russia, previsto per il 2004, ossia a $35,4. Il fondo di stabilizzazione, poi, può essere usato per finanziare iniziative tali da ridurre le future spese del bilancio federale (in particolare, per prevenire nuovi prestiti e per un’ estinzione anticipata del debito pubblico). La creazione del fondo di stabilizzazione è un meccanismo più valido per accumulare le riserve di bilancio e per la riscossione delle rendite, rispetto all’accumulazione di mezzi sui conti presso la Tesoreria, che era sinora in vigore. Le riserve del fondo di stabilizzazione, anzitutto, veerranno investite in conformità’ alla legge e non si deprezzeranno in seguito alla svalutazione. Nel fondo confluirà’ poi una parte determinata dei pagamenti di rendita. Va ricordato che uno dei modelli più efficaci d’ impiego dei fondi di stabilizzazione è rappresentato dalla Norvegia, che per mezzo di tale fondo riduce la dipendenza dell’ economia dalle oscillazioni dei prezzi del petrolio. Sebbene dal punto di vista della politica di bilancio anche il fondo di riserva, che ancora oggi viene accumulato, funzioni in modo abbastanza soddisfacente, la creazione del fondo di stabilizzazione permetterebbe di contare su di un rapido aumento dei rating. Le agenzie di rating apprezzeranno, senz’altro, il desiderio del Governo russo di aumentare la trasparenza del bilancio, e la Russia quasi sicuramente potrebbe ottenere un rating d’investimento che inizi dal livello “BBB-“.
Ci risulta che la creazione del fondo di stabilizzazione non significhi affatto che i rischi dell’economia russa siano aumentati. Anche se i settori petrolifero e del gas continuano a dare circa il 52% delle esportazioni ed il 54% delle entrate di bilancio federale, va rilevato che nella storia del mercato petrolifero cali significativi dei prezzi del petrolio avvenivano molto di rado. In particolare, mentre i prezzi del petrolio URALS, dal 1991 ad oggi, erano stati inferiori a $17.5 al barile durante il 17,5% di questo periodo, erano scesi al di sotto dei 12 dollari solo nel corso del 6% di questo tempo. In altre parole, il calo dei prezzi del petrolio verso il basso non è mai durato a lungo.
Nonostante i vantaggi evidenti che la Russia potrà’ ottenere creando il fondo di stabilizzazione, quest’idea comunque suscita un’ obiezione di fondo, o più esattamente un timore. Il fondo di stabilizzazione è un meccanismo efficiente per accumulare fondi atti a ridurre il volume del debito estero oppure di quello interno, nonché per aumentare la quota dello Stato nell’economia. Nel contempo, il Governo russo ultimamente ha proclamato con insistenza la necessità’ di ridurre il peso fiscale, portato dal settore petroliero, per stimolare la crescita economica. Se la riduzione dell’entità del debito diventerà’ prioritaria, la riduzione delle tasse potrà’ essere rinviata a più tardi, e quindi l’economia rimarrà’ agganciata alle esportazioni del petrolio.
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