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Numero 3(67)
La Russia puo’ entrare nel WTO nell’ ottobre del 2003
Intervista rilasciata all’ Espresso da Aleksei Pavlovich Portanski,
direttore dell’Ufficio informazioni sull’ adesione della Russia al WTO


    - Egregio Aleksei Pavlovich, puo’ dire qualche parola sulle linee principali di attività’ del suo Ufficio? Cosa fa per contribuire all’ ingresso della Russia nel WTO?
    - L’ Ufficio informazioni sull’adesione della Russia al WTO e’ stato costituito a metà’ 2001. Scopo principale dell’Ufficio e’ quello di informare il pubblico e soprattutto gli uomini d’ affari russi sul significato e sulle finalità’ del nostro ingresso nel WTO, sullo stato delle trattative tra Russia e WTO e sulle prospettive dell’adesione. Una campagna d’ informazione svolta con la partecipazione del nostro Ufficio, e naturalmente insieme agli esperti del Ministero per lo sviluppo economico, ai membri della delegazione russa, di concerto con la WTO, e’ in corso attivamente da metà’ 2001. Questa campagna, non la svolgiamo certamente solo a Mosca e a San Pietroburgo, ma in tutto il Paese: interveniamo a convegni, a seminari, a tavole rotonde regionali, commentando l’argomento “Il mondo russo degli affari e l’adesione al WTO”.
    Tali iniziative, come dimostra l’ esperienza, servono molto al mondo russo degli affari, alle nostre regioni, perche’ la questione dell’adesione al WTO e‘ un tema inedito, cosi’ ch fra gli operatori economici si sente una grande necessità’ di avere informazioni sulla natura del WTO e su quello che puo’ significare l’adesione a quest’organizzazione. I nostri interlocutori vogliono sapere a che serve tutto questo, quali vantaggi ne trarrà’ la Russia, quali rischi esso comporta. I rappresentanti delle aziende pongono delle domande molto concrete, come, ad esempio, quelle inerenti alle eventuali prospettive per l’ industria chimica, quella siderurgica, quella della lavorazione del legname, e via dicendo.
    Durante tali incontri, che si svolgono nelle regioni, oltre al conseguimento di obiettivi d’ informazione, stabiliamo anche contatti molto importanti, che permettono a noi stessi di avere informazioni concrete sullo stato delle aziende di diversi settori, su quali possono essere i possibili sviluppi delle nostre aziende. Questi dati vengono presi in considerazione ai colloqui di Ginevra.
    - Sa, oggi esistono tante opinioni su quanto sia preparata la Russia per entrare a far parte del WTO, e su quando potrebbe entrarvi. Il Governo si orienta verso l’adesione al WTO. Nel contempo, alcuni esperti sostengono che la Russia non sia preparata per aderire al WTO. Lei cosa pensa, quali sono le prospettive dell’adesione al WTO ? Potranno, secondo Lei, i prossimi eventi internazionali avere qualche effetto su di un’ adesione piu’ “accelerata” della Russia alla WTO?
    - Non direi che l’ acutizzarsi degli eventi internazionali, come la crisi irachena, o le conseguenti discordie nella NATO possanro avere effetto sull’ andamento delle trattative con il WTO. Il tema dell’adesione al WTO e’ assai concreto, concerne gli aspetti economici e commerciali, ma, ovviamente, in un contesto politico. Il vantaggio dell’adesione al WTO, se posso esprimermi cosi’, e’ diverso. Il WTO e’ un’organizzazione in cui si spartiscono delle cifre molto grosse. La spartizione si svolge nei mercati internazionali delle merci e dei servizi, cioe’ nei mercati dei Paesi membri del WTO. I nostri interlocutori alle trattative, naturalmente, cercano di ottenere un accesso maggiore al mercato russo per il loro business. Noi invece vorremmo che nella lotta concorrenziale la parte maggiore dei redditi fosse ottenuta dai produttori russi. La spartizione dei soldi si traduce proprio in questo. E si tratta di decine di miliardi di dollari.
    La Russia e’ pronta ad entrare alla WTO oppure no ? Si puo’ porre questa domanda all’ infinito. Gli oppositori all’adesione affermano che prima di pensare all’ adesione al WTO dobbiamo diventare competitivi. Ma tale approccio implica una contraddizione fondamentale: e’ impossibile diventare competitivi senza aprire almeno un po’ il mercato, senza partecipare alla lotta concorrenziale internazionale. Tutti i Paesi, compresi gli USA, hanno passato e passano ancora tale procedura della lotta concorrenziale. Cosi’, ad esempio, negli anni 80 del secolo scorso, l’industria automobilistica statunitense ha dovuto affrontare una competizione difficile con quella giaponese.
    Per ogni settore e’ possibile senz’altro parlare di un certo periodo di transizione, di una protezione tariffaria per un certo tempo, con successiva riduzione del dazio doganale... Ma non e’ giusto sostenere che la Russia debba rinviare l’adesione al WTO perche’ alcune aziende russe non sono competitive. E’ possibile diventare competitivi solo partecipando direttamente alla competizione economica.
    Per quanto riguarda la tempistica, alla relativa domanda si risponde sempre allo stesso modo: i termini concreti non sono mai stati stabiliti da nessuno: l’importante e’ quando si riuscira’ a portare a termine le trattative che oggi sono progredite notevolmente, rispetto, diciamo, alla situazione del 2000-2001. Ciononostante, rimangono diversi problemi irrisolti, abbastanza scottanti, relativi sia all’accesso nel mercato delle merci, sia all’accesso al mercato dei servizi. Il criterio per definire il momento in cui possiamo aderire al WTO e’ sempre quello: vi entreremo solo quando il rapporto complessivo fra i diritti e degl’ impegni conseguenti all’adesione risulterà’ gia’ favorevole allo sviluppo del business nazionale, e non viceversa.
    - Aleksei Pavlovich, per quanto io ne sappia il momento centrale dell’ultimo round di colloqui dell’anno scorso e’ stato quello della 16-ma riunione del Gruppo di lavoro per l’adesione della Russia al WTO, svoltasi dal 16 al 18 dicembre del 2002. Il prossimo round delle trattative per l’adesione della Russia alla WTO inizierà’ il 3 marzo a Ginevra. Cosa puo’ dire del precedente round dei colloqui? Ci sono dei progressi nell’andamento delle trattative?
    - Sa, e’ vero che in questi giorni continua l’esame del rapporto del Gruppo di lavoro. Il 30 gennaio ha avuto luogo la riunione del Gruppo di Lavoro (GL), durante la quale si e’ svolto un esame dettagliato di tutti i paragrafi del rapporto conclusivo del GL sull’adesione della Russia alla WTO. Esaminare questo rapporto e’ un lavoro assai pesante e anche noioso: i nostri partner fanno numerose domande, relative al regime commerciale nel nostro Paese, alla legislazione, alla regolamentazione doganale, al rilascio di licenze e ad alcune altre realtà’. Noi dobbiamo dare risposte esaurienti a tutte queste domande che talvolta si ripetono, il che ovviamente manda per le lunghe le trattative.
    Nei primi mesi di quest’anno le delegazioni partecipanti ai colloqui s’incontrano e s’incontreranno piu’ spesso di prima. Il 3 marzo del 2003 inizia il nuovo round del negoziato: avrà’ luogo una riunione prima informale e dopo formale del GL (quella formale si svolgerà’ il 6 marzo del 2003). Nell’ambito del round di marzo sono programmati colloqui bilaterali sulle merci ed i servizi con 25-30 Paesi, e prima o subito dopo di esso si prevede di svolgere una serie di incontri e consulenze multilaterali sui servizi, l’agricoltura, le barriere tecniche nel commercio, il settore energetico, le norme fitosanitarie. Identica procedura si ripeterà’ in aprile di quest’anno; in questo modo, speriamo che verso maggio 2003 la situazione possa veramente diventare piu’ chiara e si riesca a dire se sarà’ possibile portare a termine le trattative quest’anno, oppure no.
    - Qual’ e’ la sua posizione riguardo all’adesione della Russia al WTO (alcuni esperti sostengono, infatti, che l’adesione della Russia al WTO avrà’ effetti perniciosi, come, ad esempio, la liberalizzazione inopportuna del settore bancario russo, ecc.)? Come potrebbe valutare i progressi conseguiti dalla Russia alle ultime trattative con il WTO? Quali sono, secondo Lei, le difficoltà’ maggiori incontrate dalla Russia alle trattative con l’Organizzazione mondiale del commercio?
    - Anzitutto vorrei parlare dei problemi piu’ scottanti e delicati che la parte russa ha ancora da risolvere durante le trattative. Si tratta, certamente, del problema dell’accesso al mercato dei servizi, compresi quelli finanziari, soprattutto nel settore assicurativo e bancario. In questo campo non esistono ancora degli accordi concreti, sono ancora da conseguire. I nostri partner vogliono una massima liberalizzazione del nostro mercato dei servizi assicurativi e bancari. La Russia dà una risposta seguente: oggi non possiamo far entrare le compagnie straniere nel nostro mercato assicurativo, dato che sono troppo impari le condizioni di partenza: le società’ di assicurazioni occidentali superano di tanto i loro colleghi russi, in tutti i parametri. E’ evidente pertanto che in questo settore e’ impossibile una lotta concorrenziale da pari a pari: sono necessarie, per un certo periodo, le limitazioni, relative alla presenza del capitale assicurativo straniero nel nostro mercato di servizi assicurativi. Lo stesso ragionamento vale per il settore bancario: anche qui, secondo noi, sarebbero indispensabili alcune limitazioni per un periodo transitorio.
    I nostri partner chiedono un libero accesso anche al mercato di telecomunicazioni, ma la parte russa insiste che la società “Rostelekom” abbia un diritto di monopolio nella concessione dei servizi di telecomunicazioni, per un periodo di sei anni.
    Rilevando i momenti “delicati” delle trattative, bisogna assolutamente menzionare il problema della formazione dei prezzi dei nostri prodotti energetici. La relativa questione viene continuamente sollevata alle trattative dai nostri partner. Essi chiedono di far corrispondere i prezzi interni ai prezzi d’esportazione, specialmente quelli del gas che costa sul mercato interno sei volte meno che non nei mercati internazionali. Noi rispondiamo che lo Stato, in Russia, oggi veramente regolamenta i prezzi nel mercato dei prodotti energetici, come fanno, del resto, molti Paesi del mondo. D’altra parte, abbiamo intenzione di svolgere una riforma nel settore energetico, ma si tratta di un processo lungo. L’essenziale, comunque, e’ questo: i documenti del WTO non contengono i requisiti relativi alla liberalizzazione del mercato dei prodotti energetici. Le obiezioni in questo senso non sono quindi motivate da nessuna norma del WTO.
    Anche nell’accesso al mercato delle merci ci sono dei punti delicati, come, ad esempio, il mercato delle automobili e quello degli aerei. In questa sfera a noi si chiede di ridurre i dazi sugli aerei fino a zero, e sulle auto, fino al 5%-10%. Si capisce bene che la Russia non puo’ accettare queste richieste, per alcune ragioni. Ridurre bruscamente i dazi sugli aerei significherebbe rovinare la nostra industria aeronautica. Per quanto riguarda l’industria automobilistica, gli stessi investitori occidentali che vogliono creare in Russia imprese di assemblaggio chiedono che i dazi siano alti.
    - Per quanto io sappia, la Russia, aderendo al WTO, deve assumersi diversi impegni, relativi all’accesso sul mercato russo dei fornitori stranieri di servizi, anche sotto forma di presenza commerciale. Tali impegni, poi, possono essere generali, concernenti tutti i servizi, e concreti, inerenti solo a determinati settori. L’integrazione della Russia nel mercato internazionale dei servizi, come ogni nuovo evento importante, ha degli aspetti negativi ed implica una serie di perdite inevitabili. Quali perdite, secondo Lei, possono sorgere in seguito all’integrazione della Russia nel mercato internazionale di servizi?
    - La Russia, aderendo alla WTO, deve concordare un elenco di impegni, relativi all’accesso dei fornitori stranieri di servizi sul mercato nazionale, anche sotto forma di presenza commerciale. Tali impegni possono essere generali, concernenti tutti i servizi, e concreti, inerenti solo a determinati settori.
    A differenza del commercio di merci, non sarebbe corretto valutare gli effetti quantitativi dell’ adesione al WTO per l’industria russa dei servizi. Anche perche’ la Russia deve concordare gli impegni relativi a decine di tipi di servizi, assolutamente diversi per la loro natura, per il grado del loro coinvolgimento nel sistema della concorrenza internazionale, per le peculiarità’ dei controlli e della regolamentazione nazionale.
    Il settore dei servizi in Russia si trova in una fase iniziale di sviluppo, e dimostra un’ evidente mancanza di risorse proprie, necessaria per un’ espansione attiva. Ora faccio un esempio lampante: il volume dei servizi prodotti pro-capite in Russia (in prezzi comparabili) non supera 3 mila dollari all’anno, mentre negli USA ammonta a 25 mila dollari, e in Europa Occidentale e Giappone a 15-16 mila dollari. Senza sviluppare, a ritmi accelerati, questa sfera, in Russia non si riuscirà’ a creare un mercato civilizzato e ad aumentare l’efficienza dell’economia. L’integrazione nello spazio economico internazionale (anche tramite l’adesione al WTO) permetterà’ di usare meglio l’esperienza internazionale, di partecipare all’alta cultura imprenditoriale del mercato, di adottare tecnologie e le metodologie piu’ moderne, standard internazionali e norme del servizio.
    Altrettanto importante e’ un’altra considerazione: la pressione da parte della concorrenza, personificata dai fornitori stranieri dei servizi, rianimerà’ l’ambiente competitivo interno e costringerà’ i produttori russi di servizi di diversificarle, a perfezionarne la qualità’, a ridurre i prezzi, a rispondere meglio alle richieste dei clienti. Cio’ porterà’ dei vantagi diretti ai consumatori e stimolerà’, a sua volta, l’ampliamento della domanda come base dei progressi successivi dei settori in questione, il risanamento dell’ambiente imprenditoriale, contribuirà’ all’ eliminazione di numerose deformazioni dei rapporti di mercato, al miglioramento del clima degl’ investimenti, all’ammodernamento generale dell’economia.
    Guardando ad un futuro un po’ piu’ lontano, e’ possibile prevedere un miglioramento anche nel commercio estero dei servizi in questione. Ora il deficit russo nel commercio di servizi ammonta a 7-8 miliardi di dollari. Usando le possibilità’ concesse dall’Accordo generale sulle tariffe e il commercio, quelle connesse all’accesso e all’attività’ sui mercati di altri Paesi, oltreche’ alcuni vantaggi della concorrenza, i fornitori russi di servizi potranno affermarsi sui mercati stranieri, soprattutto nei Paesi della CSI, dell’Europa Centrale e dell’Est e in alcuni Paesi in via di sviluppo.
    L’adozione delle normative sperimentate dal WTO nel settore dei servizi contribuirà’ all’eliminazione di numerose lacune nella copertura legale di questo segmento del mercato russo, alla formazione di un sistema legale, comparabile con la legislazione occidentale ed internazionale.
    L’ integrazione nel mercato internazionale dei servizi e’ senz’altro nell’interesse della Russia. Oggi da noi la percentuale dei servizi nel PIL e’ notevolmente piu’ bassa rispetto ai Paesi industrializzati. In Russia, praticamente tutte le sfere dei servizi sono sottosviluppate e sono ancora da sviluppare. Noi siamo interessati ad integrarci nel mercato internazionale dei servizi, ma per farlo bisogna aprire il proprio mercato. Diro’ di piu’: cio’ e’ assai importante anche per sviluppare il nostro settore produttivo, l’industria. La sfera dei servizi, infatti, include banche, compagnie di assicurazione. Le nostre fabbriche hanno bisogno di crediti ad interessi bassi, e per rendere il credito poco costoso, occorre la liberalizzazione del settore dei servizi finanziari. L’integrazione della Russia nel mercato internazionale pertanto contribuirà’ allo sviluppo non solo del settore dei servizi, ma anche del settore produttivo. Quando, poi, saranno determinate le condizioni dell’adesione della Russia al WTO anche nel campo dei servizi, allora sarà’ possibile parlare in modo piu’ concreto dei ritmi dell’integrazione della Russia nel mercato internazionale dei servizi.
    E’ vero che la liberalizzazione del mercato dei servizi potrebbe implicare qualche perdita. Cosi’, alcuni esperti non escludono la penetrazione sul mercato russo di aziende effimere e di fornitori disonesti di servizi, che possono compiere diversi abusi. C’e’ chi teme che il nostro mercato possa essere occupato da concorrenti potenti e navigati, i quali attireranno la parte piu’ competente della manodopera russa. Tuttavia, valutando il grado di rischio di un’espansione di mercato dei concorrenti stranieri, vanno considerati diversi momenti, legati alle specificità’ del mercato russo, compreso il potenziale di competitività’ dei produttori russi.
    - Cosa puo’ dire dello stato del mercato dei servizi finanziari, del settore bancario, della sfera assicurativa, del commercio, del turismo, dei servizi telematici e delle telecomunicazioni, dei trasporti, della scienza e del servizio scientifico, nonche’ del settore high-tech, confrontando questi settori con gli standard del WTO?
    - Nel rispondere a questa domanda, vorrei usare i dati del rapporto, pubblicato nel 2002, dell’Accademia delle scienze della Russia e del Consiglio nazionale di investimenti “Gli effetti dell’adesione al WTO sull’economia nazionale”.
    Si sta creando una situazione alquanto scottante riguardo all’accesso ai mercati dei servizi finanziari. I banchieri russi vorrebbero ottenere la protezione del mercato interno dai concorrenti stranieri per un certo periodo. Tutte le banche russe messe assieme, in effetti, come capitalizzazione, sono inferiori alla sola “Citybank”, e tutte le compagnie di assicurazione russe, sempre come capitalizzazione, sono inferiori alla sola società’ svizzera “Zurich”. Ma quest’argomento puo’ essere utilizzato ugualmente sia per fondare la necessità del protezionismo, sia per motivare provvedimenti mirati a stimolare l’afflusso di capitale straniero, per sviluppare questo settore.
    Da questo punto di vista e’ caratteristica la situazione nel settore bancario. In conformità’ all’accordo di partnership e di cooperazione con l’Unione europea, la Russia concede alle filiali delle banche dell’UE (con quota dei non residenti nei capitali statutari fino al 100%) un regime nazionale, cioe’ uguale a quello che hanno le banche russe. Ma la presenza del capitale bancario straniero nel mercato russo rimane assai limitata (rispetto all’indice analogo per i Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Europa Centrale), non per le barriere esistenti, ma in forza dei rischi alquanto alti e dell’imprevedibilità’ della situazione nel mercato. A Mosca, in cui tradizionalmente si effettua l’85% delle operazioni finanziarie, le banche con la partecipazione di capitale straniero realizzano circa il 12% delle operazioni coi depositi della popolazione, il 10% delle operazioni d’acquisto dei titoli e il 15% del finanziamento dei clienti corporate.
    In generale, le banche con capitale estero oggi formano una comunità relativamente chiusa, i cui membri nei loro contatti preferiscono rimanere all’interno di questo gruppo ristretto, e si tengono a distanza dagli istituti bancari russi. Per questo motivo, l’effetto positivo delle banche straniere sul sistema bancario russo e’ assai scarso.
    Le grosse banche private russe vedono nelle banche con capitale estero una minaccia piu’ potenziale che reale. Esse ragionano sull’eventuale espansione del capitale bancario straniero in Russia, chiedendo, nel contempo, un appoggio piu’ attivo da parte dello Stato alle banche private nazionali, le quali finora hanno dimostrato la loro completa incapacità’ di essere mediatori finanziari efficienti nell’economia.
    E’ lecito dire che le banche piccole, invece, sono leali al capitale bancario straniero. Per esse, una minaccia vera ai loro interessi potrebbe derivare dal rafforzamento delle banche che godono del sostegno dello Stato, sia a livello federale, sia a quello delle regioni.
    Sviluppando i principi della politica nei confronti del capitale bancario straniero, bisogna tener conto del fatto che col tempo la situazione nel mercato russo dei servizi finanziari si stabilizzerà’. Se, per giunta, nel Paese migliorerà’ il clima degl’ investimenti, la presenza del capitale bancario straniero si amplierà’, mentre la sua attività’ nel mercato russo aumenterà’. Le banche russe, quindi, dovranno affrontare un’ intensificazione della lotta concorrenziale. E l’industria e l’agricoltura ne otterranno un accesso piu’ comodo e conveniente ai crediti. Ma tale situazione, probabilmente, non verrà’ presto.
    Nel futuro prossimo solo le banche con partecipazione statale, la Sberbank e la Vneshtorgbank potranno competere alla pari con le banche straniere.
    Ora dedico qualche parola al settore delle assicurazioni. In Russia, il tasso di rischio e’ altissimo, rispetto alla maggior parte dei Paesi del mondo. Ma il sistema nazionale delle assicurazioni non svolge le sue funzioni principali di protezione dei rischi potenziali. L’attività’ delle compagnie assicurative russe spesso implica la realizzazione dei cosiddetti “schemi di remunerazione”, che servono alle aziende per evadere le tasse. Il sistema delle assicurazioni, a differenza dagli altri Paesi, non s’impegna nell’investimento di risorse a lungo termine nell’economia. Usando il sistema delle riassicurazioni, gli assicuratori russi tengono la parte maggiore dei soldi all’estero. Per ora non vi sono investimenti stranieri piu’ o meno grandi nel business assicurativo. La quota di presenza estera nel mercato russo delle assicurazioni e’ di circa il 7%.
    Gli utenti russi dei servizi di assicurazione (soprattutto quelli che assicurano i rischi nell’attività’ imprenditoriale) sono oggettivamente interessati ad un’estensione della presenza straniera in questo settore. L’adesione al WTO potrebbe spronare questo processo. Le sue dimensioni dipenderanno non tanto dai termini di quest’adesione, quanto dal clima economico generale, cioe’ da quanto esso migliorerà’. In qualsiasi caso, il mercato assicurativo nazionale non sarà’ sconvolto. Le compagnie nazionali piu’ importanti hanno la loro parte del mercato (soprattutto nelle regioni), derivante dal rapporto “informale” che hanno con i governatori i con i direttori delle fabbriche. Le compagnie nazionali controlleranno pure le assicurazioni obbligatorie.
    Per quanto riguarda la sfera turistica, e’ possibile sostenere che il potenziale del nostro Paese nello sviluppo di questo tipo di servizi e’ enorme, tenendo conto di numerose bellezze naturali, monumenti storici e culturali e di altre realtà’ di interesse turistico. D’altra parte, per usare questo potenziale, il Paese non ha le risorse necessarie ed e’ pertanto molto interessato ad organizzare l’afflusso dei capitali stranieri per sviluppare questo settore, capace di assorbire notevoli capitali. La cooperazione con gli stranieri in questa sfera ha già portato dei risultati concreti: il boom di costruzione degli alberghi a Mosca nei primi anni ‘90 era stato finanziato principalmente con il capitale di compagnie alberghiere transnazionali. Tale cooperazione dovrebbe andare avanti indipendentemente dal WTO, protendendosi verso le altre città’ e concretizzandosi nella costruzione degli hotel di classe media, ma con standard alti di servizio, che oggi sono praticamente assenti nel Paese e che potrebbero contribuire all’afflusso in massa dei turisti stranieri.
    Il settore di comunicazioni. L’arretrattezza tecnologica della Russia ha condizionato la sua debolezza nelle sfere tecnologicamente avanzate delle comunicazioni e dell’informatica. Il loro sviluppo e’ realizzato con l’afflusso del capitale straniero che controllo il 44% dei servizi di comunicazione. L’adesione della Russia al WTO non farà’ che stimolare questo’afflusso. E’ lecito aspettare dal WTO condizioni piu’ favorevoli per realizzare lanci spaziali commerciali, che servono anche alle comunicazioni.
    Una situazione interessante si sta creando nel settore dei servizi relativi ai computer. Anche la sfera di elaborazione del software si e’ formata con l’influsso e con la partecipazione di compagnie transnazionali. Le società’ russe, in generale, sono redditizie e si sviluppano rapidamente. Una parte notevole dei prodotti russi e’ competitiva sul mercato interno (programmi di automazione e gestione di sistemi corporate, di contabilità’ e tasse, programmi formativi, motori di ricerca). Alcuni prodotti sono competitivi anche sul mercato internazionale (giochi elettronici, programmi antivirus).
    La maggior parte degli imprenditori non ha paura della concorrenza straniera, ritenendo che delle risorse intellettuali, ne hanno abbastanza, per competere con i colleghi occidentali. Per quanto concerne il sostegno da parte del Governo, esso serve, ma deve essere limitato dalle misure seguenti: contributo all’affermazione sui mercati internazionali (non sono giustificate le rigide barriere al rilascio di licenze da parte dell’Agenzia federale per le comunicazioni ed informazioni governative); la creazione di un clima favorevole per la piccola e media impresa, l’assistenza alla formazione professionale di esperti, ecc.
    I servizi dei traporti hanno per la Russia un’importanza particolare. Ma anche in questo settore non si dovrebbe realizzare troppe misure protezionistiche. I trasporti marittimi e le aeromobili, anche senza l’adesione al WTO, gia’ operano in condizioni di dura concorrenza internazionale. Per quanto riguarda i trasporti navali ed automobilistici, le misure mirate contro i trasportatori esteri sul territorio della Federazione Russa non saranno vantaggiose per la parte russa. La perdita dei trasporti di transito comporterà’ un minor ricav, il rincaro delle spese di trasporto per i mittenti e per i destinatari russi di merci, cioe’ avrà’ un effetto negativo sull’economia russa. Per quanto riguarda le ferrovie, esse non garantiscono un’ adeguata qualità’ dei trasporti, l’ integrità’ del carico, tempi stretti di consegna. Se entreremo nel WTO e se sarà’ introdotto un regime libero per le merci di transito, le ferrovie russe perderanno le nuove opportunità’ di svolgere operazioni vantaggiose di transito, se la situazione non cambierà’ radicalmente.
    Parlando del settore del commercio nella FR, va rilevato che il capitale russo ha quasi monopolizzato (il 99,7%) la sfera dell’ingrosso, ma nel commercio al minuto, esso viene spiazzato dal mercato da parte delle reti di supermercati stranieri (“Ramstore”, “Metro”, IKEA, ecc.). Questi processi continueranno, almeno nelle grandi città’, spinti anche dal WTO. Nel 2002, la parte degli operatori stranieri negl’ investimenti complessivi in questo settore sarà’ del 50%-60%. Gl’ investimenti stranieri fino ad oggi rimangono prevalentemente a Mosca e a Pietroburgo, e comunque s’ indirizzano per lopiu’ a quei segmenti che servono la parte benestante della popolazione.
    L’importanza del capitale straniero per lo sviluppo del commercio russo ci appare evidente, dato che, malgrado i progressi negli anni delle riforme, esso continua a cedere molto spazio i occidentali, sia sul piano quantitativo che in quello della qualità’ del servizio. In seguito all’ arrivo delle compagnie straniere, l’ammodernamento del settore si accelera considerevolmente, la competizione suscita la diffusione dei modelli e delle forme nuove di distribuzione, s’ intensifica l’effetto che il commercio ha sulla produzione. Si riducono notevolmente anche le perdite della circolazione.
    Il capitale russo consolida le sue posizioni nella competizione economica, dirigendosi verso la provincia e verso i settori “meno costosi” del commercio. In questo settore, soprattutto nelle grandi città’, nelle quali la concorrenza del capitale straniero e’ particolarmente forte, si fa notare un processo attivo d’ ingrandimento delle aziende, un aumento delle fusioni e delle incorporazioni e di altre forme di collaborazione. Le opinioni dei commercianti circa l’adesione del Paese al WTO sono diverse. Alcuni temono l’espansione del capitale straniero e richiedono al Governo misure protettive, altri ritengono che il mercato dei servizi commerciali sia enorme, e che ci sia spazio per tutti. Si capisce che i consumatori saranno solo avvantaggiati da tale espansione.
    Sarà piu’ facile opporsi ad un attacco del business straniero potente ed integrato consolidando il capitale nazionale, per mezzo di fusioni ed incorporazioni delle compagnie russe efficienti. E’ possibile aumentare la competitività’ anche unendo risorse e sforzi di produttori autonomi in sede provvisoria, per realizzare progetti complicati e grandi. Oggi la condizione chiave della competitività’ del business russo e’ rappresentata da un ampliamento della cooperazione con i fornitori stranieri di servizi. Nel complesso, i vantaggi che ricaverà’ il Paese, nella sfera dei servizi, da un’adesione al WTO superano, secondo noi, le eventuali perdite. Nel contempo, e’ ovvio che per ridurle e’ necessario applicare misure e meccanismi protettivi, attivando stimoli e fonti interne per aumentare la competitività’ dei produttori russi.
    Ora mi soffermo un po’ sulla sfera dei settori high-tech. Lo stato della maggior parte dei settori high-tech finalizzati ai bisogni civili, in Russia, e’ piuttosto stagnante. Tale condizione e’ motivata dalla profondità’ e dalla lunga durata della crisi di transizione dell’economia e dalla conseguente riduzione della domanda da parte dello Stato e del mercato. Si sono poi verificati dei cambiamenti strutturali nell’economia a favore della produzione di materie prime, dove gl’ investimenti si traducono principalmente nell’importazione di attrezzature.
    L’esportazione sui mercati esteri non si e’ tradotta in un fattore di crescita dei settori con alto tasso d’investimenti in ricerca scientifica. Tra i segmenti tecnologici in cui, secondo gli esperti russi, la Russia mantiene posizioni d’avanguardia, sono da rilevare anzitutto i progetti legati alla conquista e all’utilizzo dello spazio cosmico. La Russia ha delle tecnologie comparabili con le migliori tecnologie estere in alcuni campi delle tecnologie d’informazione, concernenti soprattutto l’applicazione dei metodi matematici complicati e l’elaborazione del rispettivo software. Inoltre, la Russia e’ tra i leader mondiali nella ricerca e nell’ estrazione dei minerali, nell’energetica nucleare, in alcune tecnologie di costruzioni aeronautiche.
    Nelle statistiche del mercato internazionale delle tecnologie avanzate, la Russia e’ presente nei segmenti come le armi e il materiale da guerra, i lanci commerciali degli sputnik, la creazione di apparecchiature di telecomunicazioni e di navigazione. Il segmento piu’ consistente dell’ industria tecnologicamente avanzata ad alto tasso d’investimento in ricerche scientifiche, capace di competere alla pari sui mercati internazionali con i prodotti esportati dai Paesi industrializzati, e’ quella parte del complesso industriale di difesa della Russia finalizzata alle forniture esterne.
    Nel contempo, il potenziale scientifico, tecnologico e del personale della Russia rimane alto, secondo i piu’ rigidi criteri internazionali, ma tuttora non e’ utilizzato adeguatamente sia sul mercato interno che su quello internazionale. Il processo di adattamento della Russia alle tendenze globali dell’integrazione tecnologica e scientifica ed industriale e’ alla fase iniziale. I processi globali d’integrazione e di cooperazione nella sfera della scienza, delle tecnologie e dei settori industriali ad alto tasso d’investimento in ricerche scientifiche, le “nuove regole di gioco” nei mercati internazionali della proprietà’ intellettuale, delle merci e dei servizi ad alto tasso d’investimento in ricerche scientifiche, tutti questi sono formati, in gran parte, dal WTO. Bisogna aggiungervi la globalizzazione dei mercati finanziari, e in particolare degl’ investimenti esteri diretti, che penetrano sempre di piu’ nel “tessuto” delle strutture nazionali d’innovazione. In questa situazione, senz’ altro, la politica statale nell’ambito dello sviluppo dei settori piu’ avanzati della Russia dev’ essere adattata ai processi ed alle tendenze contemporanee internazionali d’investimento, alle norme ed alle leggi internazionali, per non rimanerne isolati. Nel contempo, devono essere previste anche le forme di protezione dagli effetti negativi della globalizzazione dell’economia mondiale e dei mercati delle tecnologie.
    Per quanto concerne la sfera della scienza e del servizio scientifico, si puo’ purtroppo, constatare che la scienza negli ultimi anni riesce solo a “campare alla meglio”, con finanziamenti piu’ che modesti; servono investimenti nel settore tecnologicamente avanzato. Per ora si tratta solo di intenzioni, e speriamo che prossimamente esse saranno realizzate, e in questo caso potremo guadagnare in questo mercato. Nella scienza e nel servizio scientifico, con solo il 4% di presenza del capitale estero, il problema principale e’ la mancanza di finanziamenti e la fuga di personale all’estero. L’adesione al WTO pertanto cambia poco o niente in questo settore.
    - Per concludere, potrebbe indicarci una data approssimativa dell’ adesione della Russia al WTO e concedere una prevsione degli effetti che avrà sulla Russia l’adesione alla WTO?
    - Sono possibili scenari diversi. Non e’ escluso che, in presenza di condizioni favorevoli, potremo portare a termine le trattative gia’ quest’anno. In tale caso l’ adesione potrà’ avere luogo gia’ nell’ autunno del 2003 a Cancun (Messico), durante la Conferenza ministeriale dei membri del WTO.
    Se non saranno concordati tutti i requisiti posti dal WTO, i tempi dell’ adesione slitteranno sino al 2004, e in seguito, se non ce la faremo a finire le trattative verso il 2004, la Russia probabilmente dovrà’ prendere una pausa, per i seguenti motivi. Nel 2004, i protagonisti delle tratattive saranno in gran parte impegnati a causa delle elezioni presidenziali, sia in Russia, sia negli USA. Sarà’ inoltre questo l’anno dell’estensione dell’UE. In questo periodo quindi i colloqui sull’adesione della Russia alla WTO potranno essere semplicemente fuori tempo. Successivamente, nel 2005 subentrera’ un’altra circostanza: deve essere terminato il nuovo round di trattative commerciali multilaterali, ossia il round di Dohie, iniziato nell’ autunno 2001. La Russia per ora non vi partecipa, non essendo membro della WTO. Se non avremo aderito sino a quel momento, al termine del round Dohie nel gennaio del 2005, cambieranno le norme stesse della WTO, e per questo la Russia dovrà’ riprendere le trattatative praticamente da capo, visto che le norme del WTO saranno cambiate.
    Se pertanto non ce la facciamo ad entrare nel WTO entro il 2005, e’ realistico parlare del 2007, per fare in tempo a rielaborare e ad adattare la nostra legislazione ai nuovi requisiti del WTO. Per ora nessuno puo’ dire quale data di adesione al WTO sia piu’ probabile. Nessuno di noi ammette che vi sia fretta, anche se il Presidente Putin si e’ pronunciato a favore di tempi piu’ ristretti. Ricorderei anche che l’adesione al WTO corrisponde completamente all’essenza delle riforme portate avanti in Russia. Ma nel contempo, volendo aderire al WTO il piu’ presto possibile, non possiamo permetterci di accelerare le trattative inmodo artificioso, perche’ cio’ sarebbe gravido di concessioni ingiustificate. E la Russia non ha intenzione di cedere in questioni di importanza cruciale per noi.

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