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Numero 3(67)
I finanzieri credono in un futuro migliore

    A Parigi si e’ svolta una riunione dei Ministri della finanza e dei direttori delle banche centrali, una specie di “preludio” al summit del G-8, che avrà’ luogo in giugno ad Evian (Francia). I partecipanti all’incontro hanno dichiarato di essere pronti a “rispondere in modo adeguato” ad un eventuale peggioramento della situazione economica nel mondo. Il cancelliere della Gran Bretagna Gordon Brown ha detto che l’economia internazionale ha visto tempi duri; ha pure ammesso che il peggio non e’ ancora passato.
    “Quali che possano essere gli sviluppi della crisi irachena, noi continueremo a lavorare per il mantenimento di un regime finanziario e monetario stabile. Penso che dimostreremo la nostra capacità’ di affrontare ogni imprevisto”, ha aggiunto Brown. John Snow, il Ministro della finanza degli USA, ha confermato che l’America continua ad attenersi alla politica del dollaro forte, e ha cercato di convincere i colleghi che la riduzione delle tasse di 695 miliardi di dollari non comporterà’ sconvolgimenti economici globali. “La nostra economia e’ la piu’ grande del mondo. Se essa crescerà’, cio’ sarà utile per tutto il mondo”. Ogni Paese del G-7 deve fare tutto il possibile per spronare la crescita economica”, ha detto il signor Snow. Un altro partecipante alla riunione, Wim Duisenbergh, il Presidente della Banca Centrale dell’Unione europea, ha affermato che qualora gli indici economici dovessero abbassarsi ulteriormente, la banca probabilmente dovrà’ abbassare il tasso d’interesse. Horst Keler, l’amministratore delegato del FMI, ha rilevato che una ripresa economica a breve sia poco probabile, ma ha osservato che una breve operazione militare in Iraq potrebbe avere un effetto positivo sulla situazione economica nel mondo.
    La dichiarazione conclusiva, contrariamente alle previsioni sconfortanti, era piuttosto ottimistica: i ministri si sono detti sicuri che, nonostante la riduzione dei tassi dello sviluppo economico, l’economia dei Paesi del G-7 rimane “abbastanza forte”. L’Iraq non e’ menzionato nella dichiarazione. Ma e’ stato deciso di svolgere urgentemente un nuovo incontro, in caso di emergenza. Il ministro delle finanze di Francia Francis Maire, che presiedeva i colloqui, ha sostenuto che lui e i suoi colleghi non hanno nessun “piano segreto” per l’eventualità della guerra.

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