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Numero 5(69)
EU: seconda divisione

    Alla gia’ esistente scissione in “nuova” e “vecchia” Europa, a causa del sostegno o meno all’ azione degli USA contro l’Iraq, se ne è aggiunta un’ altra: intorno alla questione dell’ introduzione della carica del Presidente dell’ UE.
    Un regolamento in tal senso è stato presentato nella Costituzione Eurocpea, che viene elaborata dalla Convenzione presieduta dall’ex- Presidente francese Giscard d’ Estaing.
    Contro l’introduzione della carica di Presidente si sono pronunciati 22 dei 28 Stati aderenti. I primi a dichiararsi contrari al progetto erano stati i 16 paesi “minori”- Austria, Bulgaria, Ungheria, Danimarca, Irlanda, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Finlandia, Svezia ed Estonia. In seguito gli si sono uniti a loro Polonia e Romania. Soltanto sei paesi si sono pronunciati a favore dell’ innovazione: sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Turchia e Spagna. In tal modo si sta ripetendo la storia dell’ assistenza alla Turchia: i paesi minori dimostrano il più possibile la loro importanza e determinazione nell’ opporsi ai “pezzi da 90”. Essi possono anche contare su di una probabile vittoria, perché per approvare la Costituzione ci vuole il consenso di tutti gli Stati aderenti dell’ UE.
    Questo dissenso riflette “la crescente diffidenza reciproca tra I cosidetti paesi grandi e I cosidetti paesi minori”.
    Si propone che il Presidente dell'Unione Europea sia eletto dai dirigenti dei Paesi membri per un periodo di cinque anni. Egli sara' assistito dal Ministro degli esteri dell'Unione Europea (altra carica nuova), sara' tenuto a rendere conto alla Commissione Europea ed ai capi dei Governi dell'Unione. In questo modo sara' data risposta alla domanda di Henry Kissinger di dieci anni fa: "A chi si deve telefonare in Europa, se fosse necessario". L'istituzione della carica di Presidente dell' Unione probabilmente contribuira' anche a prevenire forti divergenze all'interno dell'Unione Europea.

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