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Numero 6(70)
Niente aumento delle tasse per i petrolieri

    Il 25 aprile la Camera di Commercio Americana ha organizzato un incontro con il Viceministro delle Finanze Serghej Shatalov, nel corso del quale sono state discusse le ultime proposte del Governative in campo fiscale. Il periodo preparatorio alla seguente fase della riforma fiscale, durato 7 mesi, si è concluso il 24 aprile con l’approvazione di una riduzione delle tasse negli anni 2004-2005.
    Shatalov ha comunicato che il bilancio del 2004 è stato abbozzato tenendo conto dell’abolizione dell’imposta sulle vendite e della riduzione dell’IVA dal 20% al 18%. Queste due novità fanno sì che nel 2004 le entrate al fisco si ridurranno dell’1,8% rispetto al PIL. Si presume di perfezionare il processo di rimborso dell’IVA agli esportatori, anch’ esso oggetto di una viva discussione, in genere per mezzo di misure amministrative.
    Cambiamenti più importanti avverranno solo nel 2005, allorché si prevede di abbassare l’imposta da pagare sulle riserve salariali. Si crede che un effetto positivo per il bilancio possa risultare solo da una riduzione drastica del tasso di questa imposta – dall’attuale 35,6% al 26%. Ciononostante il Governo è estremamente contenuto nel valutare il guadagno derivante da questo abbassamento: con una riduzione immediata delle entrate all’ incirca in misura di 7,2 miliardi di dollari (224 miliardi di rubli), l’incremento delle entrate grazie alla legalizzazione degli stipendi è previsto di soli 0,9 miliardi di dollari (30 miliardi di rubli).
    L’approvazione da parte del governo del programma di riforma fiscale è il primo ma non l’ultimo passo nella preparazione alla sua messa in pratica. Uno dei problemi messi in evidenza da Shatalov sta nel fatto che la Duma ha pochissimo tempo per studiare le proposte del Governo. La sessione primaverile finisce il 20 giugno, vale a dire che praticamente non c’è tempo per emendare il codice fiscale. Ricordiamo che il dirigente del Comitato di Bilancio della Duma Alexandr Zhukov si è già pronunciato ripetutamente contro l’idea del governo di rimandare l’abbassamento del tasso fiscale unico al 2005, per cui la discussione del pacchetto fiscale alla Duma può anche protrarsi fino all’autunno.
    L’altro problema è che una parte della Duma e del Consiglio della Federazione non sono d’accordo con l’abolizione dell’imposta sulle vendite. Tutti i proventi derivanti dall’imposta sulle vendite venivano versati ai bilanci regionali e ora gli organismi federali dovranno venire a un compromesso e in qualche maniera rifondere alle regioni i mancati proventi dovuti alla riduzione della partita entrate dei loro bilanci.
    Il bello è che il Governo, o quantomeno il Ministero delle Finanze, sembra non abbia intenzione di aumentare di colpo gli oneri fiscali sul settore petrolifero. A detta di Shatalov, secondo il Governo il carico fiscale sul “petrolifero” ha già raggiunto il livello desiderato e non va modificato. Questo può significare che le recenti proposte del Ministero dello Sviluppo economico di aumentare del 30% l’ imposta unica sull’estrazione sono esagerate e poco realistiche soprattutto in un contesto che vede apparire voci sempre piu’ frequenti sull’affievolimento dell’autorità politica di Gherman Gref. Però l’imposta unica sull’estrazione dei minerali aumenterà di poco, per privare le compagnie petrolifere della possibilità di guadagnare con una riduzione generale dell’onere fiscale. Secondo il Ministero delle Finanze, nel 2004 con l’emendamento delle leggi fiscali l’onere fiscale sulle compagnie petroliere diminuirà di 350 milioni di dollari (11 miliardi). Quindi l’imposta unica sull’estrazione sarà aumentata nella misura necessaria al prelievo dell’identica cifra alle compagnie petroliere.
    Un drastico aumento delle imposte sulle compagnie petroliere veniva visto come meccanismo compensativo dell’abbassamento dell’onere fiscale per il bilancio e anche per ottenere una diversificazione accelerata dell’economia. Cionondimeno l’industria petrolifera resta una forza politica imponente per cui la dichiarazione di Shatalov circa l’onere fiscale equo sul settore petrolifero va interpretata come una vittoria della lobby petrolifera sui partigiani della crescita diversificata. Questa vittoria sembra tanto più convincente, visto che il prezzo della qualità Urals (22 doll./barile) previsto nel bilancio dell’esercizio prossimo è molto ottimistico, e poi se anche con questo prezzo il governo compatisce con i petrolieri ci sono poche probabilità di prelievo della rendita fondiaria. Però una delle possibili spiegazioni di questa indulgenza può essere la necessità di finanziare le spese elettorali dei 2003-2004. Con la sparizione di queste ragioni politiche la questione dell’aumento delle imposte sul settore petroliero può riproporsi a metà del 2004.

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