Numero 6(70)
REPORTAGE
Un sole primaverile disgela le nevi che per alcuni mesi coprono Mosca, sostituendo al biancore uniforme i primi colori del risveglio. Sulle strade circolano tre milioni di autovetture: moltissime di queste non hanno una meta, ma attendono che qualcuno allunghi il braccio per fermarsi e improvvisarsi taxi ad un prezzo trattato di volta in volta, ma che non supera di norma i cento rubli: così uno stipendio che difficilmente supera i 2-300 euro al mese (a Mosca gli stipendi sono almeno il doppio di quelli delle altre località) può anche raddoppiare, esentasse, e consentire di sopravvivere in una metropoli dove il costo della vita non è dissimile da quello delle città italiane. Solo la temperatura ancora fredda riduce la percezione acre dei fumi di combustione di questo fiume di auto: l’impressione è quella che a Padova al confronto si respiri aria d’alta montagna! E mi sorge una domanda sul significato dell’adesione di tanti paesi ai trattati internazionali per uno sviluppo sostenibile! Ma certamente anche questo traffico infernale testimonia il progresso inverosimile compiuto da Mosca in solo 10 anni. Una città che ha saputo trasformarsi da centro dell’impero comunista in vera capitale europea con monumenti bellissimi e servizi moderni.
In questi giorni si svolgeva l’Expo internazionale del turismo: è stata la Fiera più frequentata di tutte quelle europee. Nonostante la guerra, che in verità non sembra interessare la popolazione (nessuno striscione nella città, una sola manifestazione sabato 29 con qualche centinaio di cittadini ultracinquatenni protetti da un numero perlomeno doppio di poliziotti), gli operatori turistici russi hanno ricercato le proposte più esclusive per i loro clienti, in modo particolare per quel 3-5% di nuovi ricchi con patrimoni che superano il miglione di euro. Peccato che la Regione del Veneto abbia mancato questo appuntamento! Ho approfittato della presentazione a trenta byers russi del primo Salone degli argenti che si terrà in Fiera a Padova dal 6 al 9 giugno, per incontrare alcune grosse agenzie turistiche di Mosca e San Pietroburgo e cercare di comprendere le potenzialità esistenti per il nostro sistema turistico, in particolare le Terme Euganee. Queste sono discretamente conosciute dagli operatori, che le reputano interessanti in modo particolare per la clientela individuale, che cerca qualità senza vincoli di costo e che sa apprezzare una proposta arricchita da una complementarietà di offerta turistica: arte, ambiente, svago. Ma c’è un motivo che fino ad oggi ha impedito che questo flusso sia divenuto significativo: le difficoltà ad ottenere il visto presso il nostro consolato italiano. Agenzie importanti che non vengono accreditate senza motivo alcuno dal consolato, costringendole a legarsi ad altre strutture con relativi costi aggiuntivi, giornate di attesa (leggesi code) per presentare la domanda di visto, frequenti dinieghi senza apparenti motivi, preferenza a priviligiare i visti cumulativi su quelli individuali: questi sono alcune tra le ragioni per cui le agenzie turistiche evitano di proporre ai loro clienti Abano o Montegrotto preferendo Baden Baden, pur conoscendo la superiorità terapeutica delle nostre cure! Ho cercato di comprendere meglio il problema. La Francia dispone di 30 punti di concessione dei visti: noi 4! V’è poca chiarezza sulle motivazioni con cui insidacabilmente si rifiutano i visti: ciò ha fatto sì che attorno al consolato si sviluppasse un certo sottobosco che certo non favorisce la trasparenza. Questa è una considerazione grave che tutti gli operatori con cui ho parlato mi hanno confermato. Certamente vi è una storica assenza dello Stato Italiano con le proprie strutture a servizio dello sviluppo di tutte le relazioni con questo (come con altri paesi).
Ubaldo Lonardi, Assessore al Turismo Provincia di Padova
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