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Numero 2(82)
Gherman Gref a favore del condono

    In gennaio dal Ministero per lo sviluppo economico, capeggiato da Gherman Gref, sono uscite delle informazioni, secondo le quali il dicastero starebbe approntando una Legge sul condono dei capitali russi.
    La preparazione di tale progetto di legge, alla vigilia delle elezioni presidenziali, potrebbe stare a significare una sola cosa: il desiderio di mantenere il posto nel Governo costringe il ministro ad incrementare l’attività della sua equipe, preparando un pacchetto di iniziative, capaci di procurargli un posto nel nuovo esecutivo.
    Il condono, dopo la vicenda della Yukos, è ovviamente vantaggioso per la grande impresa, che cerca di ottenere dallo Stato garanzie per il proprio patrimonio. Inoltre, anche l’impresa piccola e media dovrebbero essere a favore del condono, considerato che il totale delle tasse che dovevano arrivare nel bilancio e non vi sono arrivate, solo nel 2003, è ammontato all’ 1% del PIL, ossia circa 4 miliardi di dollari... In altre parole, a parte la possibilità di ottenere una carica nel nuovo Governo, questa legge permetterà a Gref anche di mantenere un buon rapporto con il mondo degli affari.
    Esaminando l’esperienza internazionale, va rilevato che la proposta di condono “dal basso”, cioè nell’interesse del mondo imprenditoriale, è praticamente inedita. Le esperienze di condono, diventato particolarmente “popolare” negli ultimi 10 anni, di solito prevedono un ovvio interesse dello Stato e del potere politico, oppure rappresentano un mezzo macropolitico necessario. Così in Turchia il condono è stato approvato nel 2002, poco dopo la svalutazione, quando nel bilancio del Paese mancavano soldi per l’estinzione dei debiti esteri, mentre il FMI non aveva fretta di concedere prestiti e insisteva sull’aumento della riscossione di tasse. In India il condono del 1997 ha consentito di aumentare le entrate di bilancio, nonchè di incentivare la crescita economica con i nuovi investimenti nell’economia. Nel 2004 il condono per il rientro dei capitali è dichiarato dal Belgio che conta di aumentare in tal modo i tassi di crescita economica.
    Le esperienze del Kazakistan e dell’Italia sono un po’ diverse, ma anch’esse dimostrano l’interesse dei funzionari alla realizzazione del condono. In Kazakistan, l’idea del condono non è piaciuta gran che al mondo degli affari, il quale in seguito ha avuto dei danni, provocati dal rafforzamento nominale della valuta, ma il condono è stato promosso dai funzionari statali proprio per legalizzare i loro capitali collocati nei paradisi fiscali. In Italia, dove i funzionari pubblici spesso sono accusati di corruzione, il condono dovrebbe permettere di restituire stabilità alla situazione politica nel Paese.
    In altre parole, per realizzare il condono dei capitali in Russia è necessario che lo Stato sia interessato a tale scelta. Per quanto riguarda l’elemento “macro”, con gli attuali prezzi alti del petrolio e con l’afflusso dei capitali nel Paese l’economia non è capace di “digestire” tale afflusso di capitali, cosicchè la maggior parte di essi finisce nei mercati finanziari, il che comporta l’aumento degli attivi russi. Il bilancio della Russia è formato con il proficit e quindi oggi non è necessario aumentare l’entità delle entrate. I pubblici ufficiali, poi, non sembrano molto interessati a legalizzare I loro redditi.
    L’unica cosa che potrebbe trasformare in realtà il condono dei capitali potrebbe essere la decisione di svolgere una riduzione notevole del carico fiscale. In seguito ad una misura così utile per l’economia il condono potrebbe diventare una mossa di compensazione nell’eventuale periodo della riduzione delle entrate di bilancio. In altre parole, insieme alla riforma fiscale, il condono può essere approvato anche prossimamente. Inoltre, la liberalizzazione della regolamentazione valutaria a partire dal 2005-2007 potrebbe aumentare l’importanza del condono per mantenere la stabilità del tasso di cambio del rublo.
    D’altra parte, se il futuro Governo non riterrà necessario ridurre le tasse, il che nel piano a lungo termine avrà un effetto negativo sui tassi di crescita, il condono potrebbe avverarsi solo in seguito ad un brusco calo dei prezzi del petrolio, in vista del quale il Governo sarà costretto a trovare nuove fonti di entrate.

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