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Numero 9(54)
Lotta all’estremismo

    Le promesse altisonanti delle autorità di lottare l’estremismo razziale, e, in termini più semplici, ai gruppi degli skinhead, hanno portato ad uno scandalo clamoroso.
    A due settimane dal momento in cui tutti i canali della televisione avevano trasmesso la notizia ufficiale, secondo la quale la situazione fosse sotto controllo, il pericolo invece di diminuire, piuttosto è aumentato. Secondo i dati del Ministero degli interni della Russia, il numero degli “skinhead” e dei simpatizzanti supera 10 mila persone. Alla fine, la pazienza è venuta meno ai diplomatici stranieri, dato che alcuni impiegati delle ambasciate hanno paura di uscire fuori e già cominciano a dire che è ora di fare le valigie. Già il 19 aprile i diplomatici avevano passato al ministro degli esteri Ivanov una nota, in cui avevano esposto le loro richieste e l’oggetto della discussione.
    Il 18 maggio, un gruppo di ambasciatori stranieri, accreditati a Mosca, ha incontrato il ministro e ha espresso una “seria preoccupazione” per i casi dell’“aggressione nei confronti dei cittadini africani, asiatici, nonché del personale diplomatico straniero”. All’incontro hanno partecipato Sven Hirdman, capo della rappresentanza diplomatica svedese, Jaime Bautista, ambasciatore delle Filippine (decano di ambasciate dei Paesi della Regione del Pacifico asiatico), B. Leniongo Ndumba, ambasciatore del Gabon (decano di ambasciate dei Paesi della Regione africana), Jimena Martines de Peres, ambasciatore dell’Ecuador (decano di ambasciate dei Paesi della Regione latino-americana), Saleh Abdallah Saleh, ambasciatore della Libia (decano dei Paesi della Regione mediorientale), Andrè Ngongang Wangi (decano dei Paesi della Comunità britannica).
    Sven Hirdman, ambasciatore della Svezia in Russia, ha detto ai giornalisti che ha avuto “una discussione molto seria con il capo del Ministero degli esteri della FR”. Igor Ivanov ha raccontato agli ambasciatori dei provvedimenti che erano stati adottati dai dirigenti della Russia per risolvere questo problema. Si tratta, in particolare, di un relativo progetto legge già presentato dal Presidente della Russia alla Duma di Stato. Ivanov ha elencato anche altre mosse che si intraprendono dal Ministero degli interni della FR e dalla Procura generale. “E’ un problema della lotta ai delinquenti in generale”, ha rilevato. A detta del ministro, “saranno adottate misure più drastiche” nei confronti degli skinhead, di tutti coloro che commettono cafonate del genere, equivalenti, secondo lui, “ai veri e propri reati”. Ivanov ha sottolineato che la dirigenza del Paese ha un atteggiamento serissimo nei confronti di questo problema. “Riteniamo che l’attività di tali gruppi sia inammissibile”.
    Le parti si sono messe d’accordo di organizzare incontri anche in futuro, con l’impegno della parte russa di “prestare attenzione speciale e tutti i casi”. Quanto ai materiali, consegnati dagli ambasciatori al ministro degli esteri, essi saranno spediti agli organi tutori della legge, dai quali, del resto, possono facilmente scomparire. Peccato che per intraprendere qualche mossa rivolta contro gli estremisti militanti ci sia voluto un rimedio così eroico come pressioni da parte degli ambasciatori.
    La presenza della “minaccia dell’estremismo” a Mosca è stata ammessa anche dal sindaco della capitale, Juri Luzhkov, famoso per il suo atteggiamento poco simpatizzante ai “non moscoviti” e per la difesa dell’istituto della “registrazione” obbligatoria, diventato una specie di ambiente nutritivo per la corruzione e per la crescita dello spirito nazionalistico presso la polizia di Mosca. Probabilmente l’interesse del sindaco è quello di farsi notare come un politico attivo che combatte contro l’estremismo, e di prevenire la formazione di un’immagine negativa di Mosca nei mass media internazionali.
    E per dimostrare agli stranieri la decisione di lottare all’estremismo, il Procuratore generale della Russia, Vladimir Ustinov, ha firmato un ordine sull’intensificazione dei controlli dell’esecuzione della legge, esercitati dai pubblici ministeri e mirati all’opposizione alle manifestazioni del nazismo e di altre forme dell’estremismo. Ustinov invita i suoi dipendenti a “dare immediatamente un dovuto giudizio legale su ogni fatto in cui si manifestino il nazismo o altre forme di estremismo politico e religioso, usare tutte le possibilità per individuare e troncare le fonti del finanziamento di organizzazioni radicali di qualsiasi tendenza, realizzare completamente i poteri concessi dalla legge per cessare l’attività dei partiti politici, di associazioni pubbliche e religiose che propagandano le idee della violenza, della discordia nazionale e razziale”. C’è però da domandarsi: quanto accuratamente sarà eseguita questa disposizione? A giudicare delle esperienze precedenti, non sarà eseguita affatto. Ma chissà, forse avverrà un miracolo ed essa si realizzerà…

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