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Numero 11(56)
L’Italia vieta la clonazione
Il Parlamento italiano ha approvato una legge assai conservativa che proibisce assolutamente gli esperimenti relativi alla clonazione.
La nuova legge prevede una pena che può comportare 20 anni di reclusione, una multa fino a un milione di euro e la fine della carriera professionale per “chiunque cerchi di far rigenerare da una cellula una persona che sia geneticamente identica a qualsiasi altra persona, viva o morta ”.
Ciò, in particolare, vuol dire che il non ignoto dottor Severino Antinori che, secondo certe informazioni, sperimenta molto in questo settore discutibile, può finire dentro. Antinori, la cui clinica si trova appunto in Italia, alla fine di aprile ha attirato l’attenzione sia dei sostenitori, sia degli avversari della clonazione, annunciando che tre donne portassero già in grembo dei feti clonati. L’atteggiamento di Antinori nei confronti di questi esperimenti rimane intanto un po’ vago. Si definisce solo “coordinatore scientifico” degli sperimenti, affermando di non svolgerli egli stesso. Lo stesso dottore ha dichiarato di non aver paura di nessuna pena, dato che lui non usa una cellula, come menzionato nella legge, ma due.
Antinori, presidente dell’Associazione italiana di medicina riproduttiva, si era fatto notare dal pubblico per la prima volta nel 1994 quando, usando l’inseminazione artificiale, aveva fecondato una donna di 62 anni, che in seguito ha partorito una figlia. E’ stato escluso da molte associazioni mediche internazionali per la sua volontà di diventare il primo studioso ad effettuare la clonazione umana.
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