Numero 7(71)
Troppi soldi
In maggio, alcuni giornali e alcune riviste economiche hanno pubblicato articoli sul problema degli investimenti nel mercato russo. Una spinta alla ripresa di questa discussione nella stampa è stata data senz’altro da un materiale analitico preparato dall’agenzia di rating S&P, la quale proprio a maggio ha dichiarato la mancanza di strumenti finanziari per gli investimenti in Russia.
Dove investire? Cercando la risposta a tale domanda, si lambiccano il cevello, dall’inizio di quest’anno, sia banchieri che investitori. Il primo problema nasce da una notevole riduzione dei tassi d’interesse per le obbligazioni, nel mercato interno ed esterno. Da una parte, in seguito alla riforma delle pensioni, Il Fondo Statale delle Pensioni ora investe i saldi dei propri conti, la così detta parte “di risparmio” della pensione, in obbligazioni pubbliche, provocando un aumento considerevole dei prezzi. Anche la Sberbank, che controlla circa il 70% del mercato del debito interno, investe parecchio in questi titoli. In seguito agli acquisti attivi all’inizio del 2003, la redditività per le obbligazioni di 30 anni si è ridotta fino al 7% di interesse annuo, il che sembra essere il minimo storico. Redditività così basse hanno praticamente escluso da questo mercato banche private, presenti nei titoli di Stato nella misura in cui tale presenza è necessaria per gestire la liquidità e soddisfare la domanda dei clienti.
Il secondo fattore che tende ad eliminare gli investitori privati e le banche private dal mercato delle obbligazioni pubbliche è la liquidità in riduzione su questi mercati. Da una parte ciò è dovuto al fatto che nel mercato è comparso un nuovo giocatore grosso, cioè il Fondo Pensioni. D’altra parte, ciò e’ favorito anche dalla politica del Governo russo nel campo dei debiti. Dal 1998, la Russia non ha emesso nuovi eurobonds, senza contare quei titoli che sono stati emessi per ristrutturare i debiti nei confronti del Club di Londra. Nell’anno corrente, il Ministero delle Finanze ha già estinto le Obbligazioni del Prestito Valutario Interno (OVVZ) di 4 tranche, e nei prossimi mesi ne estinguerà uno di eurobonds. Nei prossimi due anni, però, il Governo non prevede altre emissioni, mentre nell’ambito dei debiti ha intenzione di ridurre il peso dei debiti. Verso il 2004 pertanto anche la liquidità delle obbligazioni russe esterne potrebbe dimunuire.
Gli stessi problemi concernono anche il mercato di obbligazioni corporative. Nonostante la sua crescita notevole nel 2002, l’arrivo in questo segmento del Fondo statale delle pensioni paralizza la liquidità di questo mercato e lo rende poco attraente per tutti gli altri investitori.
I suddetti problemi creano difficoltà per i partecipanti al mercato privati e non per le strutture statali. Anche se gli analisti della S&P hanno espresso una certa preoccupazione riguardo alla possibile destinazione dei depositi pensionistici nel 2008, è evidente che lo Stato potrebbe accettare di emettere prestiti non da mercato, per provvedere al collocamento della parte “di risparmio” delle pensioni. Per quanto riguarda gli altri, prossimamente i partecipanti al mercato investiranno in modo più attivo nelle azioni che sono magari l’unico strumento, non limitato per liquidità. Nel contempo, come abbiamo scritto sul numero precedente del giornale, l’anno scorso, in alcune azioni con maggiore liquidita’, si è verificata una riduzione del numero di azioni liberamente circolanti, in seguito al loro acquisto ad opera di partner strategici. In tale situazione, l’afflusso di mezzi sul mercato dei titoli potrebbe suscitare un aumento del costo delle azioni che non sarà giustificato da cambiamenti fondamentali nelle società. In futuro, tale trend potrebbe essere assai pericoloso, anche per i detentori di conti pensionistici. Va ricordata, a questo proposito, l’esperienza della Polonia, dove, in seguito agli investimenti dei fondi pensionistici nel mercato delle azioni, è avvenuta una crescita speculativa, che è finita con una correzione notevole, e che ha costretto alcuni fondi pensionistici privati ad andare in liquidazione. I dicasteri pubblici in Russia devono intraprendere degli sforzi già adesso per prevenire lo sviluppo di tale scenario.
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