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Numero 4(84)
Il nuovo Governo:
scontri fra ministri, provvedimenti impopolari


    Il nuovo Governo, che include non solo ministri di prima nomina, ma anche parecchi membri dell’esecutivo precedente, comincia a farsi notare. In ogni caso, verso la fine di marzo sono diventati evidenti alcune “correnti sotterranee” che di datto erano stati impiegate nella stessa strutturazione del Governo.
    Come si prevedeva, i Ministeri gonfiati non solo non permettono di portare avanti le riforme, ma insistono in modo più deciso sulle proprie proposto di quanto si usava ai tempi di Kassyanov.
    La prima caratteristica della nuova struttura governativa è la sua genericita’, assai maggiore rispetto al Gabinetto precedente. I ministeri hanno allargato i loro poteri per mezzo dei servizi e delle agenzie che al ministro fanno capo, ma nello stesso tempo hanno anche un certo grado di indipendenza. Il peso dei ministri appena sfornati, che sono 14, mentre nel Governo di Kassyanov erano 33, è praticamente comparabile con quello dei vice premier nell’esecutivo precedente, i quali erano solo 6. E poi, la situazione dell’unico vice premier Aleksandr Zhukov è poco invidiabile: non ha nessun ministero in subordine, mentre i ministri del nuovo Governo hanno troppi poteri per essere controllati dal vice premier.
    Alcune contraddizioni si sono già delineate. Così, Gherman Gref poco tempo fa ha presentato al Governo proposte sulla creazione di aree economiche libere in alcune regioni della Russia. Il vantaggio principale di tali aree sarebbe la loro capacità di concedere sgravi fiscali per certi progetti che contribuiscono al miglioramento del clima di investimenti nel Paese, come quelli dell’ uso di attrezzature sofisticate che richiedono la partecipazione della scienza. A detta di Arkadij Dvorkovic, il vice di Gref, l’elenco degli sgravi è fatto di modo tale che pur senza permettere l’ ottimizzazione delle imposte sostenga comunque la crescita economica. Ma Aleksandr Zhukov non ha approvato le proposte del ministero di Gref. “Non sostengo la creazione di nessun tipo di paradisi fiscali”, ha detto Zhukov nella sua intervista alla Reuters. “E’ assai più importante creare nel Paese presupposti generali per il miglioramento del clima”.
    Anche se questa discussione non è molto importante per l’economia (chi vorrà investire nella produzione, troverà sempre la possibilità di ottenere gli sgravi, mentre coloro che vorranno ottimizzare le tasse troveranno comunque un metodo per non pagarle), a livello politico il suo risultato è importante. Se la discussione sarà vinta da Zhukov, ciò gli permetterà di invertire l’opinione pubblica, che lo giudica un re senza regno. Se vince Gref, vorrà dire che anche con il potere di oggi integrato verticalmente i lobbysti ripagano con il loro lavoro i soldi ottenuti. E’ possibile poi un altro scenario: dalla situazione non sarà tratta nessuna discussione. In tal caso sarà evidente che la nuova struttura del Governo non permette di risolvere i conflitti all’interno del potere, e che ad aver l’ultima parola sarà comunque Fradkov oppure, alla fin fine, Putin. Non si sa se il premier oppure il Presidente vorrà esaminare proposte così dettagliate, ma sembra più probabile che le questioni conflittuali non riescano a raggiungerli, e siano invece accantonate.
    Un’altra contraddizione si è delineata a proposito della ristrutturazione del complesso energetico. Il Consiglio d’Amministrazione della RAO EES, riunitosi alla fine di marzo, non ha deciso in che forma dovranno svolgersi le aste per gli assets energetici, sostenendo di dover ottenere la relativa sentenza da Mikhail Fradkov in persona. Ma un paio di giorni dopo il Ministro dell’industria e del settore energetico Viktor Khristenko ha detto che sarebbe stato possibile partecipare alle aste sia con i soldi, sia con le azioni, il che avrebbe permesso di ampliare la cerchia degli eventuali partecipanti. Per ora non è chiaro se si tratti del punto di vista personale del ministro oppure di una delibera arrivata dall’alto, soprattutto se si considera che le problematiche connesse alla riforma del settore energetiche sono delegate al dicastero di Gherman Gref, il quale nel nuovo governo ha avuto pure le competenze della Commissione economica federale (ormai disciolta) connesse alla regolamentazione delle tariffe. Secondo alcuni analisti, nei prossimi mesi i contrasti tra le diverse parti dell’esecutivo sarebbero destinati ad intensificarsi. Tali contrasti possono essere artificialmente riscaldati da quelle forze politiche che hanno perso il loro peso politico in seguito alla riforma del Governo. La “cordata” Kassyanov-Kudrin-Gref, che combinava gli interessi delle élites di Mosca e di Pietroburgo, ora ha cedutio il passa alla cordata Kozak-Gref-Kudrin, che esprime l’interesse di un gruppo solo. Il far scontrare i membri più altolocati del nuovo esecutivo può essere un meccanismo efficiente per far traballare il nuovo Governo, ottenendo alla fine le sue dimissioni e prendendosi la rivincita.
    E le contraddizioni di cui è possibile approfittarsi sono tante. La situazione di Fradkov e di Zhukov, che appaiono nel nuovo Governo come personaggi nominali, potrebbe sfociare nel rapporto difficile tra loro e Dmitrij Kozak, il quale di fatto fa il premier. Aleksej Kudrin, contro le aspettative, non ha ottenuto il posto di premier e quindi le sue ambizioni non soddisfatte lo costringeranno a difendere nettamente la sua posizione. Gherman Gref ha talmente ampliato le sue competenze che anche senza volerlo entrerà in contrasto con molti ministri, compreso Khristenkom il quale era vice premier nel Governo di Kassyanov ed è stato anche il permier ad interim, ma non è riuscito a mantenere queste competenze.
    Oltre ai conflitti politici che ostacolano l’attività del Governo e possono comportarne le dimissioni l’attenzione va riservata all’aspetto economico. Il nuovo Governo è praticamente chiamato ad eseguire “il lavoro sporco”, cioè realizzare modifiche poco popolari o che mettono a rischio la politica economica. La prima modifica del genere è l’irrigidimento notevole della politica sociale. Fra poco la Duma dovrà approvare una riduzione legislativa di agevolazioni sociali per diversi gruppi che prima potevano goderne. Si tratta della riduzione dei cosiddetti mandati federali non finanziati, per l’importo di circa 4-5 miliardi di dollari. Se anche negli ultimi anni il loro finanziamento non ha mai superato il 20%, la loro completa abolizione significherà un irrigidimento notevole della politica dello Stato. Il secondo segnale è la decisione di apportare emendamenti al Codice degli alloggi, il quale in precedenza vietava di sfrattare gli inquilini registrati nei loro appartamenti, il che frenava lo sviluppo dell’ipoteca. In conformità agli emendamenti al Codice, d’ora in poi le banche saranno autorizzate a sfrattare i debitori morosi, mentre lo Stato in tal caso non garantirà loro il diritto dell’alloggio gratuito. Se questi emendamenti saranno approvati sarà una mossa veramente rivoluzionaria nel rapporto tra lo Stato e i suoi cittadini.
    Il secondo aspetto del “lavoro sporco” del Governo sta nell’aumento del carico fiscale e nella revisione della politica fiscale. Il carico fiscale sui petrolieri, secondo le assicurazioni di vari funzionari, verrà aumentato di soli 2 o 3 miliardi, ossia del 10%, il che è molto meglio rispetto alle attese iniziali. Ciononostante la statistica budgettaria dimostra che la dipendenza del budget dal settore petrolifero, invece di ridursi, aumenta, cioè il contributo di altri settori diventa sempre meno significativo. In questa situazione, se i prezzi del petrolio crollano, il budget potrà essere salvato solo con il drastico aumento della tassazione del comparto petrolifero. In questo modo, il rischio dell’aumento delle tasse, con i prezzi del petrolio in calo, sembra assai maggiore, rispetto alla situazione di oggi, quando i prezzi sono alti. La stessa cosa riguarda tutta l’economia. Qualora i prezzi del petrolio dovessero crollare, il Ministero delle finanze con ogni probabilita’ invertirà la politica attuale della riduzione del peso fiscale. E ciò significherà che il budget in Russia continuera’ a non essere una forza di bilanciamento, la quale, nel momento del peggioramento della congettura, supporta l’economia, e nel momento del miglioramento, accumula una riserva di solidità.
    Sintetizzando quanto detto sopra, è possibile rilevare che i contrasti politici che hanno già cominciato a verificarsi nell’esecutivo segnalano che questo Governo potrebbe essere una configurazione precaria. E verso la fine del 2004 sarà già definitivamente chiaro, quanto resistente è l’esecutivo attuale.

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