Numero 4(49)
Attentato a Roma
La mattina del 26 febbraio sotto la sede del Ministero italiano degli interni, situata nel centro di Roma, è rimbombato uno scoppio.
L’onda esplosiva ha scaraventato in aria almeno 5 portaimmondizie. Sono state danneggiate 5 auto e 2 motorini parcheggiati vicino all’edificio, e nei palazzi vicini sono andati in frantumi i vetri delle finestre.
Non ci sono vittime, comunica l’ANSA, riferendosi alle informazioni fornite dai pompieri di Roma. Le indagini relative all’esplosione sono iniziate immediatamente. Nessuno per il momento ha assunto la responsabilità dell’attentato.
Negli ultimi tempi la capitale italiana attira sempre di più i terroristi. Attualmente i giudici istruttori italiani indagano sulla possibile preparazione dell’attentato contro l’ambasciata statunitense a Roma. Lo comunica La Repubblica riferendosi alle fonti di polizia. Secondo i dati dell’istruttoria, nel muro di un tunnel tecnico che porta all’ambasciata, sarebbero stati trovati dei fori attraverso i quali un uomo avrebbe potuto intrufolarsi nel tunnel ed arrivare, tramite esso, alla rappresentanza diplomatica. Dentro al tunnel sono stati trovati attrezzi e tute da lavoro.
Questi oggetti sono stati consegnati ai giudici istruttori che gestiscono la causa penale contro 9 marocchini, arrestati la settimana prima nella capitale italiana. Sono sospettati di aver preparato atti terroristici a Roma. Agli arrestati è stata trovata una quantità notevole di cianuro, mappe dettagliate di Roma con l’indicazione dell’esatta ubicazione dell’ambasciata statunitense, nonché la planimetria del sistema romano di approvvigionamento idrico.
|
|