Numero 2(94)
Verso una politica doganale più flessibile; riaperta la questione dei dazi sulle auto
Il mercato delle automobili straniere usate può subire altre scosse. Il Ministero dell’Industria e del Settore energetico propone di imporre dazi alti sulle auto straniere che hanno più di cinque anni, e di rivedere la definizione “automobile straniera nuova”, limitando il concetto di “nuovo” a un anno, invece di tre.
Ma la lobby automobilistica russa vuole di più. Evghenij Levicev, il presidente dell’Associazione dei Produttori di Auto russi, parlando recentemente al convegno “L’industria automobilistica della Russia”, si è pronunciato a favore del divieto totale alle importazioni di macchine usate di produzione straniera, nonché a favore di un aumento notevole (oltre il 35%) dei dazi sulle auto straniere nuove.
Levicev cita l’esperienza dei Paesi che hanno deciso di sviluppare l’industria automobilistica locale, vietando l’importazione delle auto usate, nonché aumentando i dazi doganali sulle importazioni delle macchine nuove. Levicev si riferisce probabilmente soprattutto alla Cina, in cui i dazi sulle nuove macchine usate raggiungevano il 70%-80%.
Secondo Levicev, in questo momento sarebbe più vantaggioso importare in Russia le auto complete, invece di organizzare la loro produzione in loco.
L’Associazione dei produttori di auto insiste anche sull’approvazione di una “Normativa sul montaggio industriale”, che prevede non solo il montaggio delle stesse automobili, ma anche la produzione dei componenti delle macchine. La stessa Associazione richiede di approvare, insieme a questa normativa, anche la decisione sull’abolizione o sulla riduzione dei dazi doganali dl’importazione dei componenti delle auto.
Andrej Kusnirenko, il vice direttore del Dipartimento per lo Sviluppo Economico ed il commercio, ritiene che occorrerebbe aumentare i dazi in modo selettivo, cioè, solo per quelle automobili che sono importate in quantità notevoli. I bisogni del mercato superano le possibilità della produzione russa e nella situazione di oggi l’aumento dei dazi “danneggerebbe il consumatore, soprattutto perché la realizzazione dei progetti di investimento relativi alla creazione delle industrie automobilistiche richiede alcuni anni”.
E poi, i dazi sulle nuove macchine straniere si ridurranno comunque dal 25% al 15%, qualora la Russia entri nel WTO, mentre sulle macchine usate che hanno più di 7 anni, l’ingresso nel WTO non avrà nessun effetto: il dazio rimarrà del 35%.
A detta di Kusnirenko, due o tre grossi produttori automobilistici pensano di aprire i loro stabilimenti in Russia qualora siano ridotti i dazi d’importazione dei componenti automobilistici per il montaggio industriale.
I dazi s’avvicinano
La commisione interministeriale per i provvedimenti protettivi nel commercio coll’estero e nella politica doganale e tariffaria, nel corso della riunione del 27 gennaio 2005 ha deciso di consigliare al Governo della Federazione Russa di abolire i dazi d’importazione per alcuni componenti automobilistici importati in Russia e destinati al montaggio industriale, e di ridurli per alcuni altri tipi di componenti, fino al 3%-5%.
Il 10 maggio, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha presentato al Governo le proposte inerenti l’abolizione dei dazi sui componenti automobilistici non prodotti in Russia, e la riduzione dei dazi sugli altri componenti dalla media di oggi (il12%) fino al 3%-5%.
Il 19 maggio, il Governo ha intenzione di esaminare la questione relativa alla realizzazione, in prospettiva a mezzo termine (negli anni 2005-2008), di un progetto di sviluppo dell’industria automobilistica russa che vada fino al 2010. Può darsi che in questa riunione di Governo venga approvata anche la proposta del Ministero per lo Sviluppo Economico sull’abolizione dei dazi di importazione per alcuni componenti automobilistici.
A chi servono i dazi?
Tutti ricordano quale effetto ha avuto l’introduzione di dazi alti sulle macchine usate vecchie più di sette anni realizzata nel 2002: in Russia sono entrati tanti catorci stranieri, la presenza dei quali sulle strade (insieme al ciarpame nazionale) spiega, sotto molti aspetti, l’aumento repentino di vittime sulle strade e l’alto tasso di infortuni automobilistici in Russia.
L’aumento dei dazi d’importazione delle macchine straniere usate o anche nuove, insieme alla contemporanea riduzione o abolizione dei dazi sui componenti esteri, comporterebbe un notevole aumento della produzione di “marche straniere” in Russia. La Toyota, la Nissan e compagnie coreane che ora sono “in bilico” costruirebbero le loro fabbriche molto più rapidamente.
L’utente, in prospettiva a lungo termine, ne sarebbe solo avvantaggiato. A lui gliene frega poco, di quante persone riesca a sfamare comprando una brutta auto nazionale. Vuole avere una macchina buona a un prezzo moderato, mentre la sorte dei dipendenti dell’AutoVAZ o di quealsiasi altra fabbrica di automobili, di solito, gli è indifferente. Finché i nostri prìncipi delle auto giocheranno con il benessere dei loro impiegati, per mantenere il diritto di realizzare prodotti di bassa qualità, non avverrà nessuna rivoluzione nell’industria automobilistica russa. I dazi possono essere tra più svariati, a patto che ne sia avvantaggiato il consumatore e non qualcun altro.
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