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Numero 14(59)
I soldi di “Al-Queda”

    La campagna globale tesa a bloccare i conti finanziari dell’organizzazione terroristica “Al-Queda” è finita.
    I terroristi hanno riaquistato la possibilità di ottenere decine di milioni di dollari e di programmare nuovi attacchi terroristici.
    Nei primi mesi dopo gli attentati dell’11 settembre, gli USA e gli altri membri dell’ONU hanno congelato sui conti bancari più di 112 milioni di dollari, appartenenti ai sostenitori dei terroristi. Ma negli ultimi 8 mesi, nell’ambito della campagna antiterroristica, si è riusciti a bloccare non più di 10 milioni di dollari. Secondo il rapporto di 43 pagine preparato da una speciale commissione dell’ONU, “Al-Queda” continuerebbe ad ottenere i mezzi dai fondi personali di bin Laden, nonché bonifici bancari dai propri sostenitori.
    Nonostante gli sforzi intrapresi dai membri dell’ONU nell’ambito della campagna antiterroristica, i finanziatori di ”Al-Queda”, provenienti dai Paesi nordafricani, mediorientali e asiatici, sono riusciti ad avere a propria disposizione da 30 a 300 milioni di dollari. I soldi per finanziare i guerriglieri arrivavano dai Paesi come Mauritius, Singapore, Malaisia, Filippine e Panama. Gli esperti dell’ONU, inoltre, sospettano che “Al-Queda” possieda i conti nelle banche di Dubai, Hong Kong, Vienna e Londra. Il totale dei mezzi che arrivano ai terroristi dai privati ammonta annualmente a circa 16 milioni di dollari, rileva il rapporto.
    E’ diventato molto più difficile bloccare i mezzi di “Al-Queda”, da quando i dirigenti dell’organizzazione hanno deciso di convertire i loro fondi finanziari in metalli preziosi e in pietre da gioielleria.
    Anche la legislazione dei Paesi membri dell’UE è un serio ostacolo per l’ attività antiterroristica. I Paesi membri degli accordi Schengen, oltre a permettere ad un viaggiatore di spostarsi liberamente da uno Stato all’altro, si attengono a norme molto rigide che consentono di congelare dei conti solo se esistono dei motivi molto pesanti per farlo.
    Gli esponenti dell’ONU hanno avvisato i leader europei che la loro riluttanza a sostenere le richieste della mozione approvata l’anno scorso sulla lotta al terrore, contribuisce al finanziamento di “Al-Queda”.
    Del resto, a tutto ciò si può ancora riparare. Anche perché ora anche la Russia si è schierata con i distruttori dei capitali di “Al-Queda”.
    La Banca Centrale della FR ha pubblicato un elenco di persone riconosciute come simpatizzanti e finanziatori di attività terroristiche, nonché aventi a che fare con il movimento afgano “Taleban”. Una lettera, firmata da Serghei Ignatiev, presidente della Banca Centrale della FR, è indirizzata nelle Direzioni generali della Banca della Russia per l’ulteriore distribuzione tra istituti di credito.

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